La Salernitana di Paulo Sousa resiste solo un tempo, pesante sconfitta con la Lazio

salernonews24sport-di Sergio Del Vecchio-

Solo tre sedute di allenamento con la squadra, si dirà, troppo poco per poter dare una svolta al rendimento della Salernitana. Eppure, chi ha assistito alla partita con la Lazio ha avuto la netta impressione che per il nuovo allenatore Paulo Sousa ci sarà molto da lavorare con questo gruppo.

Si è visto a fine gara quando l’allenatore portoghese ha chiamato al centro del campo la squadra che si è chiusa in cerchio attorno a lui. “Quello che non mi è piaciuto per niente – dirà Sousa nella conferenza stampa post partita – è stato l’atteggiamento che ha avuto la squadra dopo aver subito il primo gol” e questo è il messaggio che era necessario far arrivare subito ai suoi ragazzi.

Il dato statistico ci conferma tuttavia che la Salernitana ha tenuto testa alla Lazio solo per un tempo.

Pirola, Daniliuc e Bronn davanti al proprio portiere, Piatek e Bonazzoli in attacco davanti a quello avversario, a centrocampo Bradaric, Vilhena, Coulibaly, Crnigoj e Candreva. Tra i pali, ancora una volta Sepe.

Maurizio Sarri, che non ha a disposizione Romagnoli e Zaccagni, deve fare a meno all’ultimo momento anche di Milinkovic-Savic, fermato da un’influenza intestinale.

La Salernitana parte molto corta, ma soprattutto attenta e ordinata, i due laterali scendono a chiudere, raddoppiano, soprattutto sulla fascia destra, dove c’è Pedro che sembra da subito uno dei più pericolosi, e al centro, dove Ciro Immobile non trova gli spazi che vorrebbe e cerca più che altro il guizzo personale o l’errore di disimpegno della difesa. Proprio Pedro, raddoppiato nella marcatura da Bronn e Candreva  finisce a terra col naso sanguinante. Starà fuori solo cinque minuti.

I granata nel primo quarto d’ora riescono anche a farsi vedere dalle parti di Provedel, Candreva tira appena vede la porta e infatti risulterà il più pericoloso dei suoi, Piatek è spesso lontano dall’area e subisce la marcatura avversaria, parte con convinzione e riesce anche a fare nei primi minuti un tiro centrale che non impensierisce il portiere laziale, ma col passare del tempo si spegne. Evanescente anche Bonazzoli, inizia mandando alto sulla traversa di testa un buon pallone crossato da Bradaric dalla sinistra e poi più nulla.

Dopo il primo quarto d’ora la Lazio prende le misure agli avversari e il possesso palla, la Salernitana comincia a giocare di rimessa con lanci lunghi che vedono Bonazzoli e Piatek avere quasi sempre la peggio e gli attaccanti biancocelesti iniziano a tirare verso la porta granata: al 20’ Immobile si libera di Pirola con un pregevole stop a seguire e incrocia il diagonale su cui Sepe si fa trovare pronto; al 23’ ci prova Felipe Anderson su corner di Luis Alberto, spizzando il pallone d’esterno e mandandolo fuori di poco sul primo palo, secondo uno schema che la Lazio proverà per tutta la partita; al 25’ Immobile si fa spazio da fuori area ma calcia alto; al 27’ Vecino in area controlla e tira a botta sicura ma Daniliuc interviene deciso deviando il pallone in angolo. E’ un monologo quello della Lazio, che ora fraseggia fuori area prima di tentare l’affondo: al 34’ Sepe è chiamato ancora a respingere un destro insidioso di Pedro.

Unica fiammata granata al 40’, Bradaric crossa ancora da sinistra, stavolta Provedel va a vuoto; la palla arriva a Candreva sulla destra, che controlla e tenta il tiro di destro forte sul primo palo, ma Provedel è bravo a riposizionarsi e a respingere in angolo.

Nel secondo tempo Sousa cambia un Vilhena mai entrato in partita con Diego Valencia, ma qualcosa cambia anche nella testa dei granata, che entrano in campo con un atteggiamento e un assetto tattico completamente diversi rispetto al primo tempo.

La Lazio se ne accorge e ne approfitta al 60’: la Salernitana perde palla sul limite sinistro del centrocampo dove Crnigoj, Bradaric e Pirola cadono nella trappola laziale che permette a Marusic di fuggire indisturbato sulla fascia. Pirola è incredibilmente alto e può solo guardare l’esterno avversario mettere al centro dove Ciro Immobile è pronto al facile tap in in rete.

La Salernitana accusa il colpo, tenta di reagire al 66’ con Bronn che prova il gol dell’anno su rovesciata dopo un’azione da calcio d’angolo, ma il pallone vola alto.

Su rilancio di Provedel arriva il secondo pasticcio granata: il pallone sfila lungo verso l’area di Sepe, dove Pirola non ha fatto i conti con Ciro Immobile che gli sopraggiunge veloce alle spalle, Sepe temporeggia, Pirola sembra voler agevolare l’uscita del portiere ma fa scudo maldestramente, ne approfitta Immobile che tocca il pallone un attimo prima del portiere che a quel punto non può far altro che rovinargli addosso. Il direttore di gara Abisso, inizialmente non fischia, poi è chiamato al VAR e decreta il penalty. Immobile dal dischetto non sbaglia, rasoterra alla sinistra di Sepe che intuisce ma sfiora soltanto il pallone.

Sousa corre ai ripari, Lovato al posto di Pirola, Botheim al posto di Piatek (Bonazzoli era già uscito qualche minuto prima per Kastanos), Sambia al posto di Crnigoj, ma la musica non cambia.

Al minuto 88, altra ingenuità della difesa granata. Stavolta è Cancellieri abile a procurarsi il rigore. L’attaccante biancoceleste entrato al posto di Immobile è bravo con uno spostamento in diagonale ad incrociare Bronn in area che gli toglie il piede d’appoggio. Abisso è a due passi e non ha bisogno del VAR.

Il difensore granata viene ammonito per proteste ma insiste, vola una parola di troppo e si becca anche il rosso da Abisso che già nel primo tempo aveva ammonito Vecino per intemperanze verbali.

Sul dischetto Luis Alberto, anche questa volta Sepe intuisce e respinge dritto avanti a sé dando di nuovo al rigorista la possibilità di segnare, ma questi è indeciso se andare di destro o di sinistro e spedisce fuori con una sforbiciata maldestra.

E’ una magra consolazione, la Salernitana esce a testa bassa, la strada per la salvezza è lunga ed in salita.

Paulo Sousa in conferenza stampa ha parole di incoraggiamento per i suoi: “Sono molto fiducioso”, “Nel primo tempo siamo andati vicini al gol e questo poteva cambiare la partita”; ma anche tanto realismo: “La squadra non è pronta fisicamente per fare una partita di alta intensità”, “Cercare sempre la verticalizzazione non ti fa recuperare fisicamente”, “Dobbiamo avere più continuità”.

Infine, una nota positiva: Mazzocchi ha ripreso ad allenarsi col gruppo e presto potremo rivederlo in campo.

Sergio Del Vecchio Sergio Del Vecchio

Sergio Del Vecchio

Dottore commercialista, giornalista pubblicista, appassionato d’arte, di musica e di fumetto. Ama leggere, disegnare e dipingere. Nel suo percorso professionale si è occupato di formazione e terzo settore. Ha costituito l’Associazione Salerno Attiva – Activa Civitas con cui ha organizzato a Salerno 10 edizioni di VinArte, un format di successo che univa il mondo del wine all’arte nelle sue declinazioni. Nel 2017 è tra i fondatori dell’Associazione culturale Contaminazioni, con cui ha curato diversi eventi e l’edizione del libro “La primavera fuori, 31 scritti al tempo del coronavirus” di cui è anche coautore. Colleziona biciclette e tra i fornelli finge di essere un grande chef.

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