Qatargate: dalle violazioni dei diritti umani al caso di sospetta corruzione nel Parlamento Europeo
-di Claudia Izzo
Il Qatar è sotto i riflettori. E nasce il caso Qatar, definito Qatargate dalla stampa internazionale. Dunque il paese della penisola araba è diventato famoso non solo perchè ospita i Mondiali 2022, non solo per la violazione dei diritti umani riguardo ai lavoratori morti, circa 6500, per le disumane condizioni di vita e di lavoro nella costruzione grattacieli e stadi per i mondiali; il Qatar avrebbe stavolta corrotto esponenti del Parlamento Europeo per migliorare la propria immagine nel mondo occidentale e nelle istituzioni europee. Esiterebbe dunque una vera e propria organizzazione criminale, infiltrata dal Qatar nel cuore del Parlamento Europeo, sospettata di ingerenza nella politica Ue e di corruzione.
L’indagine è stata avviata a livello internazionale da Michel Claise, specialista dei reati finanziari della procura di Bruxelles: 16 le perquisizioni in 14 indirizzi di Bruxelles, con sequestro di 600mila euro in contanti e materiale informatico.
Ad essere stata arrestata è Eva Kaili, nome di spicco in quanto vicepresidente del Parlamento Europeo, appartenente al centro-sinistra. Arrestata dunque nonostante l’immunità parlamentare che per il Parlamento Europeo decade in caso di flagranza di reato. La politica è accusata di associazione a delinquere , riciclaggio, corruzione.
Presso l’abitazione della Kaili, infatti, scattate le perquisizioni domiciliari, sono stati rinvenuti sacchi di banconote, mazzette vere e proprie per un totale di 150mila euro. Ad essere fermato in tempo e ad essere arrestato è stato anche il padre della vicepresidente, mentre già stava cercando di tagliare la corda con una valigia piena di banconote, 600mila per l’esattezza. Intanto una cassetta di sicurezza conteneva 20 mila euro in contanti.
Anche quattro italiani sono coinvolti nella faccenda: Antonio Panzeri, ex parlamentare europeo, anch’egli del centro sinistra, fondatore della Ong Fight Impunity, sospeso dopo le accuse. E’ presso la sua abitazione che sono stati rinvenuti i 600mila euro in contanti. Sottoposte a stato di fermo anche la moglie di Panzeri, Maria Colleoni e la figlia Silvia Panzeri. Le accuse, come per la vicepresidente Kaili, sono di di associazione a delinquere , riciclaggio, corruzione. Insomma entrambi gli esponenti del parlamento europeo sarebbero stati pagati ed omaggiati con significativi regali per influenzare il Parlamento stesso a favore del Qatar. Panzeri sarebbe andato oltre cercando di influenzare le decisioni dell’Eurocamera a favore non solo del Qatar, ma anche del Marocco.
Indagati anche Luca Visentini, sindacalista assistente parlamentare di Andrea Cozzolino; Francesco Giorgi, assistente parlamentare compagno di Eva Kaili, ex vice presidente del parlamento Europeo, e Niccolò Figa-Talamanca segretario della Ong No Peace Without Justice.
Si indaga sulle banconote, 1,5 milioni di euro in tutto che sembrerebbero, ancora avvolte nella plastica, appena emesse.
E pensare che era il 21 novembre, con i Mondiali in Qatar ancora da cominciare, quando la Eva Kaili dette vita presso il Parlamento Europeo ad un elogio al paese qatariota. Peccato che si stava parlando del paese, il Qatar appunto, scenario di circa 6500 lavoratori morti proprio per le disumane condizioni di vita e di lavoro per la realizzazione delle strutture e degli impianti legati ai mondiali 2022. La Kaili in quell’occasione affermò ” Il Katar è in prima linea per i diritti dei lavoratori….” e tanto altro.
Se il Qatar quest’anno voleva farsi notare da tutto il mondo, c’è pienamente riuscito. E di certo non positivamente.
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