Le Tecniche Segrete dello Storytelling che Tutti i Giornalisti Dovrebbero Conoscere.

Nella professione giornalistica, conoscere e padroneggiare le tecniche di storytelling può fare la differenza tra un articolo mediocre e uno indimenticabile.

La struttura in tre atti è un punto di partenza fondamentale: introdurre personaggi e situazioni, sviluppare il conflitto e concludere con una risoluzione convincente. Ma non finisce qui. Il viaggio dell’eroe, analizzato da Joseph Campbell, offre una mappa dettagliata di tappe narrative che possono arricchire qualsiasi storia, dall’avventura epica al reportage più intimo. C’è poi la tecnica del flashback, un potente strumento per fornire contesto e approfondire la caratterizzazione dei personaggi, senza dimenticare la narrativa non lineare, che permette di giocare con il tempo e la percezione del lettore. Non possiamo ignorare il monomito, che sottolinea i punti comuni tra miti di diverse culture, creando un eroe archetipico che risuona universalmente. Il punto di vista (POV), invece,11 influenza profondamente la percezione della storia, e la scelta tra prima persona, terza persona o narratore onnisciente può trasformare completamente l’esperienza del lettore.

Aristotele e la scuola classica ci insegnano l’importanza di coerenza e linearità, mentre Gustav Freytag con la sua piramide drammatica ci guida attraverso una struttura in cinque parti che garantisce una narrazione avvincente.

Le scuole del realismo, del modernismo e del postmodernismo offrono approcci diversi ma ugualmente validi, spaziando dalla rappresentazione fedele della realtà alla frammentazione e alla decostruzione delle convenzioni narrative.

La narrazione visiva, poi, sfrutta immagini, grafica e video per catturare l’attenzione del pubblico moderno, abituato ai contenuti digitali e social.

La narratologia strutturale, infine, ci aiuta a comprendere come i componenti della storia si combinano per creare significato. Tecniche come “show, don’t tell” mantengono alta l’attenzione del pubblico mostrando emozioni e azioni piuttosto che spiegandole, mentre i cliffhanger lasciano i lettori col fiato sospeso, desiderosi di sapere cosa succederà dopo.

Utilizzare temi ricorrenti crea coesione e profondità, trasformando una semplice narrazione in un’esperienza memorabile.

Queste tecniche e scuole di storytelling offrono una vasta gamma di strumenti che ogni giornalista dovrebbe conoscere e saper utilizzare per raccontare storie che catturano l’attenzione e restano impresse nella memoria dei lettori.

Francesco Maria de Feo

Francesco Maria de Feo, noto anche come Frank, è un professionista nel campo del marketing e della comunicazione. Laureato in Economia presso l'Università di Salerno, si è specializzato in Marketing, Comunicazione e Relazioni Pubbliche presso il Centro Studi Cogno & Associati a Roma. Ha maturato esperienza sia nel settore privato dell'ICT (Information and Communication Technology) che nel settore pubblico, applicando il marketing alla ricerca. Frank è attivo nella formazione, condividendo le sue conoscenze nel marketing e nella comunicazione visiva. Ha collaborato con entità di prestigio come Confindustria Nazionale e varie università, tra cui la Luiss Guido Carli, il Politecnico di Milano e l'Università degli Studi di Salerno. La sua rete di collaborazioni si estende anche a organizzazioni come la Federazione Italiana Relazioni Pubbliche (FERPI), l'Associazione Italiana contro lo Stress e l'Invecchiamento Cellulare (AISIC), l'Istituto Dermopatico dell'Immacolata (IDI), oltre a diverse importanti aziende e istituzioni. Nel suo lavoro, Frank si occupa di creare e posizionare brand, incontrare clienti, degustare cibi, bere vino e visitare città, integrando la sua passione per l'enogastronomia con le sue competenze professionali. Utilizza i social media per condividere esperienze e conoscenze, ad esempio su piattaforme come Facebook, Instagram e LinkedIn.