“Putin è stato costretto”: Berlusconi difende lo zar russo e inguaia la Meloni
di Pierre De Filippo-
La “telenovela” che ha come protagonista Silvio Berlusconi sta proseguendo incessantemente ed ogni giorno viene scritto un nuovo capitolo del drama, sempre più succulento o tragicomico a seconda dei punti di vista.
Soltanto l’altro ieri erano stati trasmessi e resi pubblici degli audio in cui – alla presenza di tutti i deputati forzisti – Berlusconi rilasciava delle dichiarazioni ambigue e cervellotiche sulla “signora” Meloni e sull’amico Putin. Ieri è venuto fuori un altro audio, della medesima riunione, che si concentra su ciò che Berlusconi dici a proposito di Putin, di Zelensky, della guerra.
Ed è bene riportare qualche brano.
“Sapete com’è avvenuta la cosa della Russia? Anche su questo vi prego, però, il massimo riserbo. Promettete? Nel 2014 a Minsk, in Bielorussia, si firma un accordo tra l’Ucraina e le due repubbliche del Donbass. L’Ucraina butta al diavolo questo trattato un anno dopo e comincia ad attaccare le frontiere delle due repubbliche. Arriva Zelensky, triplica gli attacchi. Disperate, le due repubbliche mandano una delegazione a Mosca: “Vladimir, non sappiamo che fare, aiutaci tu”. Lui è contrario a qualsiasi iniziativa ma subisce una pressione forte. Allora decide di inventare una operazione speciale: le truppe dovevano entrare in Ucraina, in una settimana raggiungere Kiev, deporre Zelensky e mettere un governo già scelto dalla minoranza ucraina di persone per bene e di buon senso.
È entrato in Ucraina e si è trovato di fronte ad una situazione imprevista ed imprevedibile di resistenza da parte degli ucraini, che hanno cominciato a ricevere soldi e armi dall’Occidente. […] Io non vedo come possano mettersi ad un tavolo di mediazione Putin e Zelensky. Perché non c’è nessun modo possibile. Zelensky secondo me… lasciamo stare, non posso dirlo.
Il vero problema è che nel mondo occidentale non ci sono leader. Posso farvi sorridere? L’unico vero leader sono io…”
E forse in questa ultima frase – dopo un racconto realistico, cinico ma fortemente di parte – c’è tutto il Berlusconi di questi giorni; quello che si rende conto di aver perso potere e di non essere disposto ad accettarlo. Superato da un leader di un altro partito di centrodestra, di un’altra generazione e, perdipiù, donna.
Nella rivendicazione finale c’è tutta la frustrazione di un uomo che nella stessa riunione diceva: “le ho chiesto tre ministeri e mi ha riso in faccia; gliene ho chiesti due e ha riso ancora; gliene ho chiesto uno e mi ha detto di sì”.
C’è un dato, però, che con tutta evidenza emerge e che è toccato proprio da Berlusconi all’inizio della sua enfatica filippica: il “massimo riserbo” al quale fa riferimento è mancato del tutto. Perché tutto il suo intervento è stato accuratamente registrato e trasmesso al migliore offerente.
Sono quarantaquattro – come i gatti – i deputati di Forza Italia, cifra ben lontana dai fasti del passato. E tra questi, prima che il gallo potesse cantare anche solo una volta, qualcuno aveva già tradito il maestro.
È davvero il simbolo del tempo che passa.
Pronti sono intervenuti i pontieri che, in questo caso, non hanno potuto far altro che attaccare i presunti colpevoli, accusati di lesa maestà. Ronzulli e Cattaneo, i due neoeletti capigruppo, sono intervenuti duramente per condannare i “traditori”.
Ma altrettanto chiara è stata la presa di posizione di Antonio Tajani, evidentemente sui carboni ardenti: “domani sarò al summit del Partito Popolare Europeo per confermare la posizione europeista, filoatlantica e di pieno sostegno all’Ucraina mia e di Forza Italia. In tutte le sedi istituzionali non è mai mancato il nostro voto a favore della libertà e contro l’invasione russa.
Un comunicato dello stesso tenore è stato rilasciato anche da Fratelli d’Italia.
Le polemiche non si placano ma intanto il Capo dello Stato ha diramato il calendario per le consultazioni. Il centrodestra unito andrà al Quirinale venerdì mattina. E ne vedremo delle belle.
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