La poesia aggiunge vita alla vita. Nasceva oggi il grande poeta fiorentino Mario Luzi
di Denata Ndreca-
“Io che non sono un maître à penser, non sono un commentatore sistematico dei fatti e delle cronache, tuttavia qualche volta ho sentito il bisogno di intervenire, di dire la mia. E questo fa parte della mia partecipazione alla vita di tutti. Come cittadino sento il bisogno di farmi leggere o attraverso le righe o attraverso i silenzi di una poesia, ma anche di affrontare più direttamente certi contenuti episodici che hanno un valore per sempre”.
Il valore di un patrimonio letterario e umano che il poeta ci ha lasciato.
“Ho scritto la mia prima poesia quando avevo soli sette anni. Era una poesia dedicata a Dante, ma non a Dante poeta, a Dante Uomo”.
È nella mia memoria, incisa, la sua voce soave, durante – l’ultima sua intervista – rilasciata al poeta Giorgio Mazzanti, sacerdote della Diocesi di Firenze, teologo e saggista, docente di teologia sacramentale presso la pontificia Università Urbana in Roma e la Facoltà Teologica dell’ Italia Centrale. Un nastro ascoltato nella biblioteca – mansarda della Chiesa di Giogoli a Scandicci, Firenze, dove Giorgio aveva percorso i suoi ultimi anni combattendo contro la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) e scrivendo poesia; nastro il quale mi auguro che un giorno possa essere a disposizione dei ragazzi e degli amanti dell’arte e della letteratura.
Capì in quel preciso momento quello che Dante era stato durante questi anni di esilio per me. Capì quello che inutilmente cercano di spiegare con lezioni e convegni, ovvero, mi riempii di quello che il maestro Luzi diceva e di quello che negli occhi di Giorgio si leggeva: la poesia aggiunge vita alla vita.
Ed oggi mi torna il suo volto, le rughe e il suo silenzioso sorriso, fino a confondersi con la cupola di Brunelleschi, tra terra cielo e versi, forse per ricordarmi che.
Questa felicità promessa o datam’è dolore, dolore senza causao la causa se esiste è questo brividoche sommuove il molteplice nell’unicocome il liquido scosso nella sferadi vetro che interpreta il fachiro.Eppure dico: salva anche per oggi.Torno torno le fanno guerra cosee immagini su cui cala o si levao la notte o la neveuniforme del ricordo
Mario Luzi (Castello 20 ottobre 1914 – Firenze, 28 febbraio 2005)
Sono gli anni dei ritrovi al Caffè San Marco, dell’amicizia e degli incontri con Carlo Bo e altri giovani, i quali formeranno l’embrione della rivista “Il Frontespizio”, voce del movimento ermetico. Sono gli anni della rivista “Solaria” e dei letterati Montale, Vittorini, Bilenchi e Gadda, quando Luzi arriva nel porto letterario con la sua Barca (1935), ovvero la sua prima raccolta di versi. Dopo la laurea in letteratura francese, con una tesi su François Mauriac sulla cui opera pubblica il saggio L’Opium chrétien (1938), insegnerà a Parma, per trasferirsi poco tempo dopo a Roma, dove lavorerà alla rassegna bibliografica per conto dei ministeri dell’Educazione e della Cultura. Pubblicherà nel 1940 il volume Avvento notturno – poesie composte tra 1936 e 1939, dove l’influenza di Rimbaud e Paul Éluard sarà quasi un timbro di voce, voce che verrà accompagnata per tutta la vita dalla passione e lo studio dell’opera di Dante e di Leopardi, cui dedicherà il paradigmatico saggio Dante e Leopardi o della modernità (1992). Nel 1945 torna a Firenze e negli anni successivi pubblica le raccolte Un brindisi (1946), Quaderno gotico (1947), Primizie del deserto (1952), Onore del vero (1957), Dal fondo delle campagne (1956), Nel magma (1963), Su fondamenti invisibili (1971), Al fuoco della controversia (1978). Opere che come il vento si spargeranno anche all’estero. Nel 1985 gli viene conferito il Premio Montale, e nel 1987 gli viene consegnato il Premio Feltrinelli per la poesia all’Accademia dei Lincei a Roma. Nel 1989 esce la raccolta dei suoi saggi, Scritti. Negli anni ‘90 pubblica Frasi incise di un canto salutare (1990), Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini (1994), Sotto specie umana (1999). ).
Nominato Senatore a Vita nel 2004. Dopo la morte (Firenze il 28 febbraio 2005), gran parte della sua opera poetica verrà raccolta nel Meridiano a lui dedicato (a cura di Stefano Verdino, 1998). Tra i saggi: L’idea simbolista (1959), Vicissitudine e forma (1974), Discorso naturale (1984), Naturalezza del poeta (1995), Vero e verso: scritti sui poeti e sulla letteratura (2002). Molte sue prose sono pubblicate a cura di Mario Verdino nel 2004, e i testi teatrali: Pietra Oscura, Il libro di Ipazia, Rosales, Hystrio, Il Purgatorio la notte lava la mente, Il fiore del dolore.
Riposa nella Basilica di Santa Croce.
