Per annunciare la nuova stagione: Paul Verlaine – Canzone d’autunno e lo Sbarco in Normandia
PAUL VERLAINE, Poèmes saturniens (Paris, Lemerre 1866).
I lunghi singulti
dei violini
d’autunno
mi lacerano il cuore
d’un languore
monotono.
Pieno d’affanno
e stanco, quando
l’ora batte
io mi rammento
remoti giorni
e piango.
E mi abbandono
al triste vento
che mi trasporta
di qua e di là
simile ad una
foglia morta.
—
Chanson d’automne
Les sanglots longs
Des violons
De l’automne
Blessent mon cœur
D’une langueur
Monotone
Tout suffocant
Et blême, quand
Sonne l’heure,
Je me souviens
Des jours anciens
Et je pleure;
Et je m’en vais
Au vent mauvais
Qui m’emporte
Deçà, delà,
Pareil à la
Feuille morte.
Paul Verlaine è il poeta francesce (Metz, 30 marzo 1844 – Parigi, 8 gennaio 1896) che ben rappresenta il poeta maledetto, che egli stesso intende “poeti assoluti”, “assoluti per l’immaginazione, assoluti nell’espressione”. Riconosciuto come maestro dei poeti del suo tempo, nel 1866 pubblica i “Poèmes saturniens”, opera in cui è possibile apprezzare l’influenza di Charles Baudelaire.
Il suo è un linguaggio evocativo in cui traspare una vena malinconica anticipando con la sua fluidità vari aspetti del Simbolismo.
In questo primo giorno d’autunno ritornano alla mente le parole della poesia “Canzone d’autunno” in grado di esprimere l’interiorità del poeta. L’autunno appare come una melodia struggente, mentre il vento simboleggia la fatica del vivere. La poesia diviene musica, suggerisce emozioni, le note dei violini sembrano singhiozzi mentre l’anima stessa sembra piangere. Ed il poeta è in balia della vita come una foglia staccata dal ramo.
“Les sanglots longs / des violons / de l’automne” (“I lunghi singhiozzi dei violini d’autunno”), i primi tre versi della poesia furono utiizzati come frase in codice trasmessa da Radio Londra per annunciare lo Sbarco in Normandia alla resistenza francese il 1 giugno 1944. I francesi appostati nella regione Orléans venivano così avvertiti di compiere azioni di sabotaggio alla rete logistica tedesca nei giorni successivi. Le trasmissioni radio venivano ascoltate in attesa dell’altra metà della strofa:“Blessent mon coeur / d’une langueur / monotone” (“Mi feriscono il cuore con un monotono languore”), che avvertiva, sempre in codice, che l’invasione sarebbe avvenuta nelle successive 48 ore.
Una poesia intensa che accompagnò anche una delle pagine della Storia più dolorosa.
