William Klein ci ha lasciato
Periodo davvero triste quello che sta vivendo la fotografia in questi giorni.
Dopo la recente scomparsa di Piergiorgio Branzi, ci ritroviamo a registrare la morte di William Klein.
Il fotografo americano è stato uno dei più importanti artisti dei tempi moderni, impossibile adottare una diversa terminologia.
Un rivoluzionario, un antesignano a cui tutto il foto giornalismo deve dire grazie.
Klein è stato il precursore dell’uso del grandangolo, ovvero è stato tra i primi ad usare immagini “piene”, riempiva il fotogramma con tutti i particolari a sua disposizione sulla scena pur di accompagnare lo spettatore all’interno del suo racconto. Esiste un prima ed un dopo Klein: il prima è quello dell’immagine studiata, precisa e priva di sbavature. Klein rivoluzionò tutto diventando da subito un vero e proprio riferimento nel mondo del giornalismo, della comunicazione e della fotografia.
In molti lo hanno definito un anti-fotografo: impossibile trovare nelle sue immagini i canoni tradizionali dell’estetica. Le sue foto sono sgranate, spesso fuori fuoco. I personaggi ritratti nei suoi scatti non hanno mai conosciuto make-up o hairstylist, anzi, raccontavano la realtà come meglio di nessun altro.
Non è un caso se Federico Fellini lo volle accanto a sé durante la realizzazione de LE NOTTI DI CABIRIA.
Classe 1928, nato a New York da famiglia ebrea, già nei suoi primi lavori sono evidenti le influenze dell’arte contemporanea. Era un anti-fotografo anche perché ha sperimentato i più svariati settori dell’arte visiva: è stato anche regista di 20 pellicole.
Il suo capolavoro universalmente riconosciuto come tale resta NEW YORK 1954/1955, uno tra i primi libri di fotografia ad essere considerato un’opera d’arte.
Le immagini riempiono la pagina, non conoscono confini, sono “al vivo” come si usa dire in gergo tecnico indicando un’immagine che riempie totalmente la pagina; le dimensioni del volume sono generose e quegli scatti restano il miglior modo per entrare nella grande Mela e conoscerla a fondo.
Nel 1956, quando il menabò era pronto, cercò un editore: in America tutti gli editori contattati si rifiutarono di pubblicare un libro che, secondo loro, non aveva alcun appeal commerciale. Trasferitosi a Parigi nel 1957, una cooperativa di editori decise di pubblicare quello che è considerato uno dei fondamentali dell’arte fotografica. Ad oggi alcune copie sono valutate intorno ai 7.000 euro, giusto per darvi un idea di cosa stiamo parlando.
Decisamente è così: William Klein è stato uno tra i più grandi artisti dell’era moderna.
Umberto Mancini