“London Bridge is down”, la frase in codice che annuncia la morte della Regina
London Bridge è uno dei principali ponti sul Tamigi a Londra che collega la City al borgo londinese di Southwark ma è anche il nome in codice, “Il Ponte di Londra è crollato”, del piano eseguito nei giorni successivi alla morte della regina del Regno Unito, Elisabetta II.
Si tratta di un piano nato negli anni ’60 ma aggiornato nel tempo che dà vita a tutta l’organizzazione, mantenendo quell’ordine e stabilità che hanno caratterizzato la vita di Elisabetta II, la regina sopravvisuta a 12 Presidenti USA. Il piano coinvolge i dipartimenti di Governo,le forze armate britanniche, il servizio di polizia metropolitana della città di Londra, la Chiesa d’Inghiterra, i Parchi Reali di Londra.
Per l’ultimo monarca britannico morto, Giorgio VI, la frase in codice fu ” Hyde Park Corner”.
Alcune decisioni erano state prese dalla stessa regina, altre spettano al suo successore. Dopo la morte della Regina una serie di chiamate a cascata hanno allertato le più alte cariche, pronunciando proprio la frase in codice “London Bridge is down”, l primi a ricevere tale chiamata è stata il Primo Ministro Liz Truss.
L’ 8 settembre è divenuto così il D-Day ed ogni canale della BBC ha interrotto le sue trasmissioni per seguire in diretta la situazione con i conduttori televisivi già vestiti a lutto mentre nelle radio commerciali, una luce intermittente blu, dava ai speaker la notizia della morte della Regina. Subito dopo l’annuncio un domestico vestito a lutto ha posto alle porte di Buckingham Palace un cartello con la triste notizia.
Segretezza, riserbo, massima efficienza e grandissima organizzazione sono le parole d’ordine che si celano dietro il mondo della monarchia britannica che ci appare quotidianamente al massimo della perfezione.
Il protocollo da seguire è in base al luogo in cui la Regina sarebbe morta, in questa occasione, visto che Elisabetta II è venuta a mancare in Scozia, presso il Castello di Balmoral, la bara è stata posta nella Cattedrale di Edimburgo per poi essere trasportata a Buckingam Palace per mezzo del Treno Reale. Sarà esposta per quattro giorni nella Sala del Trono e per altri quattro giorni presso Westminster Hall.
Il funerale di Stato si svolgerà dunque nove giorni dopo la morte, presso l’Abbazia di Westminster dall’Arcivescovo di Canterbury. Una volta in Chiesa, tutto il Paese osserverà il silenzio. La salma sarà sepolta nella Cappella di San Giorgio, presso il Castello di Windsor. Il piano si chiude con Carlo III che lascerà cadere sulla bara una manciata di terra da una coppa d’argento.
Tutto deciso, tutto scritto, tutto pronto anzitempo perchè la monarchia inglese, istituzione millenaria, è da sempre simbolo di rigidi protocolli che spesso sono stati anche causa di scelte prese per ragion di stato causando dolore ed infelicità ai suoi protagonisti.
