Il nuovo romanzo di Edmund White “La vita di prima”
Prima di parlare di un libro, di raccontarlo, di provare a dire qualcosa su quel testo, bisogna leggerlo. Con calma, con la dovuta lentezza, assaporandone tutte le sfumature, capirle, gustarle e provare a spiegarle. Faccio questa premessa che ritengo dovuta perché “La vita di prima” di Edmund White è uscito da circa un mese per playground edizioni, che si è fatta carico, di portare in Italia tutta l’opera di questo autore. Chi mi conosce sa che Edmund White è il mio autore preferito ma sono obiettivo nel valutare il suo lavoro. “La vita di prima” è una meravigliosa e geniale provocazione.
È una testimonianza di libertà che solo un grande professionista nell’uso delle parole poteva realizzare. Constance e Ruggero sono i due protagonisti principali. Li divide l’età e li unisce la loro bisessualità che hanno sperimentato nel tempo. Per conoscersi meglio e par dare nuova vita ad un rapporto che sembra essersi arenato, decidono di svelare l’un l’altro tutto quello che non si sono mai raccontati, in particolare LA VITA DI PRIMA, riferito alla loro relazione, che diventa il filo conduttore di tutte le loro storie. Tutti i protagonisti raccontano parti de LA LORO VITA DI PRIMA rispetto al momento che stanno vivendo. Ruggero in gioventù ha avuto una relazione anche con Edmund White (autore del libro) durante la fase finale della sua vita. Edmund White parla di se e della sua sessualità in maniera libera, diretta e con un linguaggio scarno e diretto. Racconta della vecchiaia e del rapporto di amore e odio con un corpo in cui non si riconosce più e che spesso non riesce più a gestire. I suoi pensieri vanno in una direzione che fisicamente non riesce a seguire. La genialità di Edmund White è nel lasciare il lettore nel dubbio: realtà o fantasia? Le storie si mescolano e provocano, le parole di questo libro potrebbero essere quelle di un diario, invece è un romanzo che White usa per raccontare di se e descrivere le atroci malinconie della terza età.
Constance, l’unico personaggio femminile, diventa il mediatore di due vite parallele apparentemente distanti, ma molto vicine. Non si tratta solo di desiderio fisico, ma fame di vita di cui entrambi i protagonisti hanno un disperato bisogno.
Libro non per tutti e che può facilmente essere apprezzato da chi nutre già una profonda stima di questo autore, ma mi sento di consigliarlo a tutti quelli che nella pagina scritta cercano libertà e senso di trasgressione. Edmund White racconta l’amore che trova nella carne il modo per esprimersi senza sovrastrutture e pregiudizi. Edmund White scrive della sua vita e di quello che conosce meglio. Non cerca empatia in alcun modo, è consapevole che molto spesso l’empatia è sopravvalutata.
Umberto Mancini
