Ciao, Sandy!

La fine degli anni ’70, del secolo scorso, sono stati gli anni che hanno visto nascere alcune delle opere pop più famose della storia dello spettacolo e che a distanza di oltre quarant’anni sopravvivono ancora alla grande.

Nel 1977 usciva il film che celebrava (nel bene e nel male) la disco music come fenomeno sociale oltre che come genere musicale particolarmente apprezzato dai giovani. Il film era Saturday Night Fever e John Travolta era il protagonista che interpretava Tony Manero, l’eroe ballerino. Quel film sancì il grandissimo successo di Travolta che divenne in breve tempo un divo di portata planetaria.

Un anno dopo, nel 1978, uscì Grease, altro film musicale (con la regia di Randal Kleiser) e ancora con lo zampino di Robert Stigwood, produttore discografico e manager prima dei Cream e poi dei Bee Gees, che aveva già avuto la grande intuizione per le musiche di Saturday Night Fever e che in questa occasione ha replicato l’impresa.

Anche in Grease John Travolta è il protagonista, ma questa volta deve condividere la scena con un nuovo personaggio, la bionda e sexy Sandy, interpretata da Olivia Newton-John.

Inglese di nascita e naturalizzata australiana, Olivia Newton-John è stata un’artista che ha ricevuto nella sua vita molti riconoscimenti sia come cantante che come attrice di cinema e televisione.

Grease è il film che l’ha consacrata al grande pubblico regalandole un’enorme popolarità. La colonna sonora ha venduto tantissimo in tutto il mondo ed è rimasta prima, per ben dodici settimane, nella classifica degli album più venduti negli Stati Uniti, ed è stata anche l’apripista per i successi di Olivia ottenuti successivamente all’uscita del film, uno fra tutti l’album Physical del 1981.

Oggi apprendiamo, da un comunicato stampa diffuso dalla famiglia, che Olivia Newton-John è deceduta serenamente tra gli affetti più cari, all’età di 73 anni, per una terza recidiva del tumore al seno che la colpì, per la prima volta, nel 1992.

La malattia la costrinse ad interrompere tutte le attività artistiche e si ritirò dalle scene per affrontare le cure e sconfiggere il male. Sembrava esserci riuscita ma, tredici anni dopo, una recidiva la costringe nuovamente a fermarsi.

Lei non ne fa mistero e nel corso di un programma televisivo rivela lo stato reale della situazione: dichiara la presenza di una terza recidiva con un verdetto senza appello.

Nonostante tutto, proprio John Travolta, una persona e un amico che l’ha conosciuta bene, in occasione della proiezione a Cannes della versione restaurata del film (per il quarantesimo anniversario) dichiara per la prima volta che Olivia Newton-John è “una sopravvissuta, con tanta voglia di vivere, che vede sempre il bicchiere mezzo pieno”.

Si può affermare, senta timore di smentita, che  Olivia Newton-John è stata grande artista ma è stata soprattutto una testimonianza di resistenza e resilienza durata, tra alti e bassi, ben trent’anni e che, nonostante tutto, è stata sicuramente di esempio a molte donne nelle sue stesse condizioni.

Noi la ricorderemo sempre come Sandy: riccioli biondi, giacca di pelle, rossetto brillante e sigaretta tra le labbra.

Nicola Olivieri