Un importante fine settimana elettorale
di Pierre De filippo-
Domenica 12 giugno, dalle 7 alle 23, si voterà per le elezioni amministrative in molte importanti città italiane e per gli ormai famosi referendum sulla giustizia, la cui pubblicità è stata, in verità, molto scarna.
Partiamo con i referendum, passati abbastanza sotto silenzio per via del poco appeal politico e dell’elevato tecnicismo dei quesiti. Va ricardato che la Corte Costituzionale, che ha il compito di dichiarare ammissibili i referendum, ne ha cassati tre, quelli che, certamente, avrebbero consentito alla chiamata elettorale di avere più riflettori puntati su di sé: faccio riferimento al quesito sulla responsabilità civile dei giudici, quello in materia di stupefacenti e quello in materia di eutanasia. Non ci saranno e, probabilmente, ciò comporterà il mancato raggiungimento del quorum.
Il primo quesito riguarda la Legge Severino sulla incandidabilità e la decadenza di parlamenti e amministratori locali. Il prevalere del Sì, comporterebbe l’abrogazione totale della legge, il prevalere del No, lascerebbe tutto immutato.
La scheda sarà di colore rosso.
Il secondo quesito riguarda invece la custodia cautelare e, in particolare, tra le causali quella relativa alla “reiterazione del reato”. Eliminarla significherebbe imporre alle autorità giudiziarie maggiore attenzione nei confronti della carcerazione preventiva che ogni anno comportano ingenti spese di risarcimento.
La scheda sarà di colore di arancione.
Il terzo quesito riguarda la separazione delle funzioni dei magistrati. L’obiettivo è eliminare le cosiddette “porte girevoli” tra magistratura inquirente e magistratura giudicante. In tanti, sostengono però che occorrerebbe prevedere – oltre alla separazione delle funzioni – quella più rigida delle carriere, per cui PM e giudici dovrebbero formarsi diversamente, avere carriere diverse, percorsi diversi. Il Sì porterebbe in questa direzione.
La scheda sarà di colore giallo.
Il quarto quesito mira ad introdurre la possibilità per avvocati e professori universitari di partecipare con diritto di voto ai Consigli giudiziari, organismi territoriali per la valutazione sull’operato dei magistrati.
Il No lascerebbe questa facoltà solo ai magistrati togati.
La scheda è di colore grigio.
L’ultimo quesito riguarda i metodi di elezione dei membri del CSM: il Sì al quesito eliminerebbe l’obbligo in capo ai candidati di presentare dalle 25 alle 50 firme che suffraghino la candidatura. L’obiettivo dei proponenti è, in questo modo, di limitare l’influenza delle correnti.
La scheda è di colore verde.
Inoltre, come detto, si voterà anche per le elezioni amministrative in grandi città italiane, tra cui Genova, Palermo, Catanzaro e L’Aquila, oltre a molti altri capoluoghi di provincia.
In provincia di Salerno si voterà in 34 comuni tra i quali spiccano per grandezza Nocera Inferiore, Agropoli e Mercato San Severino, nei quali – qualora nessun candidato dovesse ottenere la maggioranza assoluta dei voti – si andrebbe al ballottaggio domenica 26 giugno, esattamente due settimane dopo.
Tutti gli altri comuni, invece, sono – se così vogliamo definirli – “sotto soglia”.
Parlo di Castel San Giorgio, Roccapiemonte, Camerota, Albanella, Sapri, Bracigliano, Giffoni Sei Casali, Buccino, Palomonte, Serre, Colliano, Sant’Arsenio, Acerno, Montecorice, Pisciotta, Buonabitacolo, Sanza, Cicerale, Piaggine, Petina, Prignano Cilento, Alfano, Rutino, Roscigno, Stio, Laurito, Stella Cilento, Magliano Vetere, Sacco, Santomenna.
