Puos ‘e sord a chi?
di Pierre De Filippo-
Questa mattina al Maschio Angioino è stato finalmente firmato il cosiddetto «Patto per Napoli» tra il sindaco del capoluogo partenopeo Gaetano Manfredi ed il Presidente del Consiglio Mario Draghi. Erano presenti anche il Sottosegretario alla Presidenza Garofoli ed il governatore della regione Campania Vincenzo De Luca.
Napoli – al pari di altre città italiane e Salerno non fa eccezione – è oberata da un mostruoso debito pubblico che si sostanzierebbe in circa 5 miliardi di euro e che, chiaramente, rende difficile operare, spendere, programmare e, quindi, lavorare per risanarlo.
Il classico cane che si morde la coda.
Lo Stato si impegna, in questo patto, a versare circa 1,3 miliardi all’anno per i prossimi vent’anni, per cercare di lenire i mali endemici di questa città. D’altra parte, l’amministrazione si impegna a combattere l’evasione fiscale e ad aumentare l’addizionale IRPEF di uno 0,2%.
“I finanziamenti pubblici” ha detto Draghi “sono una condizione necessaria ma non sufficiente per il rilancio del Sud”. I fondi del PNRR, ha aggiunto, “non devono essere perduti o sprecati, come purtroppo è accaduto in passato ad altri, a molti, fondi europei”.
Dentro questo tema c’è un po’ tutto: dalla volontà di colmare i divari territoriali – ebbene sì, la questione meridionale non è stata ancora risolta – alla necessità di porre al centro del nostro sviluppo futuro proprio le città, che saranno le prime sulle quali si concretizzeranno davvero la transizione ecologica e quella digitale di cui tanto si parla.
Infrastrutture, posti di lavoro, connettività: avere flessibilità di bilancio significa poter programmare questo.
A Napoli, Draghi è stato accolto da un simpatico striscione e da una folla urlante: “No armi, Sì lavoro, Draghi puos ‘e sord”.
Scomponiamolo in due parti.
“No armi, Sì lavoro”. Chi potrebbe dire di no a questa ovvietà? Forse nessuno. Ne avevamo parlato qualche giorno fa proprio a proposito dell’aumento delle spese destinate alla difesa. Il Movimento 5 Stelle è compatto attorno alla posizione del suo leader Conte nell’opporsi a questa misura che è in verità imposta da accordi in sede Nato che abbiamo sottoscritto.
Ma gli accordi in sede Nato vengono proposti dagli Stati Uniti la cui cultura militarista non è opinione soggettiva. Per noi è diverso. Solo una difesa europea può consentirci di difenderci bene senza spendere troppo, è questione di efficientamento.
Poi, però, c’è la seconda parte.
“Draghi puos ‘e sord”. Per darli a chi? Verrebbe da dire. Ricorda un po’ la scena di Hammamet in cui il vecchio democristiano ricorda a Craxi che “la crisi è ormai alle spalle” e lui, sornione, gli chiede: “alle spalle di chi?”. Ecco, Draghi, amici napoletano, deve posare i soldi per darli a chi? Il debito maturato da dove proviene? Le inefficienze chi le avalla? L’evasione chi la crea? L’ancestrale aummismo – della serie “guarda la mano” per citare Troisi – da dove viene?
Napoli, e con lei tutto il Sud, non migliorerà affatto la sua condizione se non assumerà su di sé la volontà di cambiare in luogo di mettere la testa sotto la sabbia.
“Posateli voi” avrebbe dovuto rispondergli il Premier. Posateli voi!
