Zelensky parla all’Italia

di Pierre De Filippo-

Fate il possibile per garantire la pace. L’obiettivo dei russi adesso è l’Europa, influenzare le vostre vite e avere il controllo sulla vostra politica. L’Ucraina è il cancello per l’esercito russo, loro vogliono entrare in Europa. In questo momento a Mariupol non c’è più nulla. Immaginate la vostra Genova completamente bruciata. Siamo al limite della sopravvivenza”.

Che Zelensky sia un grande comunicatori non ci sono dubbi, che sappia conciliare potenza del messaggio e arguzia nella forma nemmeno. È bravo, non c’è che dire, è esperto nel suo settore che è quello della comunicazione prima ancora che la politica.

Sempre verde militare, sempre in trincea, ha la faccia determinata e preparata quando si collega in streaming col Parlamento italiano riunito, come ha già fatto con quello americano, canadese, israeliano, inglese e tedesco.

Noi vi siamo stati vicini durante la pandemia, abbiamo inviato in Italia i nostri medici. Anche voi lo avete fatto per noi durante l’alluvione. Oggi in Italia ci sono più di 70mila ucraini costretti a fuggire dalla guerra, ve ne siamo grati…”.

Allude e ricorda. Poi precisa che si aspetta sanzioni più dure per gli oligarchi russi, che sarebbe auspicabile se l’Europa smettesse di finanziare i russi attraverso l’acquisto di gas e petrolio e che vuole, fortissimamente vuole, entrare nell’Unione Europea.

Tre temi importanti e difficili da risolvere, come abbiamo avuto modo di precisare nelle puntate precedenti.

Lui fa il suo e ce lo ricorda.

Parla per undici intensi minuti e ricevere applausi, tanti, e calorosa vicinanza. Poi parla Mario Draghi.

Abbiamo spalancato le porte delle nostre case con quel senso di accoglienza che è l’orgoglio del nostro Paese. E continueremo a farlo. Davanti all’inciviltà l’Italia non intende girarsi dall’altra parte”.

Il tono è perentorio e per nulla ambiguo. “Siamo pronti a fare ancora di più, a fornire anche aiuti militari per la resistenza ucraina. Abbiamo attivato corridoi umanitari per i minori orfani. Vogliamo aiutarlo non sono a trovare casa ma anche lavoro. L’Italia vuole l’Ucraina nella Ue, voi avete il diritto di essere un Paese libero, sicuro, democratico. Davanti alla Russia che ci voleva divisi, ci siamo presentati uniti. Ora vogliamo superare la nostra dipendenza dalla Russia”.

Draghi è prodigo di promesse – non tutte è certo di poterle mantenere – e rassicurazioni: anche lui, al pari di Zelensky, fa il suo. Poi, probabilmente, la storia prenderà un’altra piega ma oggi è saggio mostrare vicinanza al fratello in difficoltà.

Ma Zelensky trova parole di approvazione e di stima da parte di (quasi) tutto l’arco costituzionale. Salvini, riposti i panni del frequentatore di lidi, riprende quelli dell’emissario e pontifica: “credo che la telefonata tra il Santo Padre e Zelensky sia la chiave. L’uomo di governo che sta lavorando di più per la pace è il Santo Padre. Quando sento parlare di armi non sono mai felice. Chiedo che la diplomazia riprenda il suo spazio. Spero che le parole di Zelensky vengano raccolte da Mosca e dall’Occidente. Non vorrei che altri pensino alla risposta armata, altrimenti finisce che ci portiamo la guerra a casa”.

Un po’ sconclusionato come intervento ma ci sta, fa il suo.

Per la Meloni, Zelensky si è presentato come un “leader europeo” e francamente si fa fatica a capire se il suo volesse essere un complimento o cos’altro.

Ma a far rumore, oltre ai presenti, sono stati anche gli assenti: tutti quelli del gruppo L’Alternativa C’è, che, verrebbe da dire, c’è ma non si vede visto che in aula non si palesano. Sono ex cinquestelle di non ben nota provenienza sociale, dalle idee singolari e altamente discutibili. Manca anche Vito Petrocelli, sempre 5S, con l’aggravante che lui è il presidente della Commissione Affari Esteri al Senato. Un po’ grave che non ci sia.

Non ci sono anche altri di cui si fa fatica a ricordare i nomi, la fisiognomica e anche l’utilità, per questo è meglio sorvolare.

Fa notare qualcuno che gode del senso dell’ironia che il problema non è che fossero assenti oggi ma che spesso sono presenti.

I giochi di prestigio del suffragio universale…

 

https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0

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