Un valzer intramontabile: “Sul bel Danubio Blu” compie oggi 155 anni

di Giuseppe Esposito-

 An der schönen blauen Danau, op. 314 di Johann Strauss junior è uno dei brani fissi nel programma del Concerto di Capodanno, nella sala dorata del Musikverein di Vienna.  È uno dei brani di cui il pubblico, durante il concerto del 1 gennaio, chiede regolarmente il bis ed è  inoltre tradizione che, appena risuonano in sala le prime note del valzer, scatti un lungo e caloroso applauso del pubblico in sala. All’applauso fanno seguito gli auguri dell’orchestra al pubblico, per bocca del direttore d’orchestra. La formula adoperata è anch’essa oramai divenuta prassi ed è la seguente: “Die Wiener Philarmoniker und ich Wünschen ihnen Prosit Neujahr!”

Poi oguno si abbandona al flusso della melodia e sogna le atomosfere perdute delle sale da ballo della Vienna imperiale di metà Ottocento.

Sul podio della Filarmonica viennese, il 1 gennaio 2017 salì il direttore venezuelano Gustavo Dudamel, a quel tempo tra i più ricercati dai più grandi teatri d’opera del mondo. Egli, celiando dopo la fine del Concerto di Capodanno disse: “Ho diretto Sul Bel Danubio blu, ora posso morire felice!”

L’autore di questo valer, tra più famosi di ogni tempo, fu Johann Strauss junior, figlio dell’altro Strauss autore di quell’altro brano celeberrimo che è la Radetzky Marsh. Anche quest’ultima è stabilmente presente nel programma del Concerto di Capodanno ed è quella che suscita l’entusiasmo del pubblico che, ogni volta, è così coinvolto da segnare il tempo con le mani.

Strauss junior ebbe non poche difficoltà ad intraprendere la carriera musicale, poiché a ciò si opponeva fermamente suo padre che lo voleva impiegato di banca. Ad appoggiarlo fu sua madre che, di nascosto, gli fece seguire le lezioni di musica impartite da Franz Amon, primo violino nell’orchestra diretta da Strauss padre. Quando questi lo venne a sapere, andò su tutte le furie, afferrò il violino del figlio e, scaraventandolo in terra, lo ridusse in frantumi. Ma quel gesto segnò anche la fine  del suo matrimonio con Anna Streim.

Il giovane Strauss proseguì i suoi studi anche contro il padre ed dopo il diploma riuscì a guadagnarsi una così vasta fama che i vari locali viennesi cominciarono a preferire lui al padre.Prese così il posto che era già stato prima di Josef Lanner e poi di suo padre, nel cuore dei viennesi. Per questo l’umorista austriaco Franz Wiest scrisse in una delle riviste cui collaborava: “Buonanotte Lanner! Buonasera Strauss padre!  Buongiorno Strauss figlio!”

Nel 1866 il giovane Strauss aveva oramai acquisito una posizione di primo piano nel panorama musicale austriaco e ricevette la richiesta da parte del direttore del Wiener Mannergsang, cioè da parte della prestigiosa Associazione Corale Maschile di Vienna, di comporre un brano per loro. In un primo tempo, Strauss declinò l’offerta a causa dei troppi impegni di cui era oberato, ma in un secondo momento accettò. Scrisse per l’occasione il brano “Sul bel Danubio blu”.

Era la sua prima opera cantata e per il testo si affidò al suo amico Jpsef Weil, che di professione faceva l’impiegato alla Direzione di polizia e, nel tempo libero, componeva testi umoristici. In quel primo testo non si faceva alcun accenno al Danubio. La prima esecuzione del brano avvenne la sera del 15 febbraio 1867, nella sala del Dienabad, ma l’accoglienza del pubblico fu piuttosto fredda. La modestia del testo aveva coinvolto, nel giudizio negativo, anche la parte musicale. I versi del valzer furono riscritti più tardi, nel 1890, da Franz von Gerneth, consigliere di Corte d’appello ed in questa seconda versione il protagonista dei bersi fu il Danubio blu. Ma il vero successo del valzer fu decretato dopo la sua esecuzione avvenuta presso l’ambasciata austriaca a Parigi il 28 maggio 1867. A reggere l’ambasciata vi era il prinipe Richard Metternich, figlio del famoso cancelliere ed il pubblico di quella sera era costituito dalle principali personalità francesi del tempo, con in testa l’imperatore Napoleone III. L’accoglienza quella sera fu entusiastica e l’eco del successo rimbalzò a Londra, fece il giro del modo e pervenne infine anche a Vienna.

Il nuovo testo ebbe il suo esordio invece a Meidlinger, durante un concerto corale estivo. La nuova versione iniziava con “Donau so blau, durch Tal und Au”. Ma oggi il valzer è eseguito, nella maggior parte delle volte, solo in versione strumentale.

Dopo quel successo non vi più manifestazione di rilievo in Austria durante la quale non venga eseguito il valzer di Strauss.

Il motivo del suo successo si spiega, forse, col fatto che in esso convive l’allegria della Vienna imperiale al culmine del suo sviluppo economico, culturale e politico, con la malinconia che cominciava a serpeggiare, poiché già si avvertivano gli scricchiolii dovuti al risveglio identitario delle varie nazionalità che componevano la popolazione del vasto impero austro-ungarico. Non è ancora il presagio della fine ma solo il sintomo di un disagio che cominciava ad essere avvertito un po’ in ogni parte di una nazione assai composita.

 

Giuseppe Esposito

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