La verità di Drusilla, meglio unici che diversi
Anche la terza serata è andata. E voglio dirlo senza alcun filtro, la migliore delle tre. Non è stata la musica a rendere piacevole la serata, su quella le idee sono ormai chiarissime, è stata la presenza di Drusilla Foer, alter ego dell’attore Giancarlo Gori, a rendere speciale la manifestazione di giovedì sera.
Elegante, ironica, un po’ irriverente ma con quella classe che in TV non si vede da anni (il siparietto con Iva Zanicchi è stato semplicemente epico). Drusilla è senza ombra di dubbio la vincitrice di questo Festival pieno zeppo di record.
E se Amadeus e la RAI hanno avuto l’intuizione e il merito di averla voluta sul palco un errore c’è stato: quello di aver dato spazio al suo monologo troppo tardi invece che nel momento di maggior ascolto. Non lamentiamoci. Meglio così che nulla.
Se qualcuno si è perso l’intera serata o anche solo il monologo può rivedere tutto su RaiPlay e vi garantisco che ne vale la pena.
Queste le parole pronunciate di Drusilla Foer.
“Ci sono tanti temi che affollano la mia mente, ma non voglio ammorbare il pubblico. Diversità è una parola che non mi piace, crea distanza, ha qualcosa in sé di comparativo che non mi piace. Le parole sono come gli amanti, quando non funzionano più vanno cambiati. Ho cercato un termine che può sostituirlo e ne ho trovato uno molto convincente: unicità. Mi piace molto, perché tutti siamo capaci di notare l’unicità dell’altro e pensiamo di essere unici. Per niente. Per comprendere la nostra unicità dobbiamo capire di cosa è composta, di cosa siamo fatti noi. Certamente cose belle come i valori, i talenti. Ma ci sono anche cose meno belle, come le paure, le fragilità. Non è facile entrare a contatto con la propria unicità, perché ci sono tante cose che ci compongono. Io direi di tenere insieme tutte le cose che ci abitano, belle e brutte, e si portano in alto, si sollevano insieme a noi, in un grande abbraccio, gridando “che bellezza!”. Tutte queste cose sono io, sarà una figata pazzesca.
Sarà bellissimo abbracciare la nostra unicità. A quel punto sarà più probabile aprirsi all’unicità dell’altro, e uscire da questo stato di conflitto che ci allontana. Vi chiedo di dare un senso alla mia presenza qui, tentando un atto rivoluzionario, che è l’ascolto, di se stessi e degli altri. Promettetemi che ci proveremo, ascoltiamo, accogliamo il dubbio, anche solo per essere certi che le nostre convinzioni non siano solo convenzioni. Facciamo scorrere i pensieri in libertà, senza pregiudizio e vergogna”
Per quanto riguarda la musica i giochi sono fatti, c’è poco da aggiungere. La partita sarà molto probabilmente tra Elisa e la coppia Mahmood e Blanco. In tutta sincerità farei vincere Elisa, ma temo che i secondi (sulla canzone dei quali non condivido il giudizio di molti) le daranno filo da torcere. Staremo a vedere.
Intanto ci prepariamo per la serata delle cover.
LA CLASSIFICA GENERALE DELLA TERZA SERATA
- Mahmood e Blanco – Brividi
- Elisa – O forse sei tu
- Gianni Morandi – Apri tutte le porte
- Irama – Ovunque sarai
- Sangiovanni – Farfalle
- Emma – Ogni volta è così
- Massimo Ranieri – Lettera di là dal mare
- Fabrizio Moro – Sei tu
- La rappresentante di lista – Ciao Ciao
- Dargen D’Amico – Dove si balla
- Michele Bravi – Inverno dei fiori
- Ditonellapiaga e Rettore – Chimica
- Aka7even – Perfetta così
- Achille Lauro – Domenica
- Noemi – Ti amo non lo so dire
- Rkomi – Insuperabile
- Matteo Romano – Virale
- Iva Zanicchi – Voglio amarti
- Giovanni Truppi – Tuo padre, mia madre, Lucia
- Highsnob e Hu – Abbi cura di te
- Giusy Ferreri – Miele
- Le Vibrazioni – Tantissimo
- Yuman – Ora e qui
- Ana Mena – Duecentomila ore
- Tananai – Sesso Occasionale