La morte del giovane Simone Benvenuti. La madre: «Mi è morto da solo. Il nostro sbaglio è stato di rispettare le regole”
di Denata Ndreca-
Simone Benvenuti, di soli 23 anni, è deceduto domenica scorsa all’ospedale di Torregalli a Firenze.
Simone era affetto da una piastrinopenia sin da piccolo. A metà della scorsa settimana si era sentito male e si era recato al pronto soccorso dell’Ospedale San Giovanni di Dio, a Torregalli. Dopo gli esami del caso, i medici avevano deciso per il ricovero.
La famiglia chiede di poter far entrare la mamma Rosalia in reparto, per stare accanto al ragazzo, ma nessuno dei famigliari può entrare. Il protocollo anti-Covid nega la possibilità di fargli visita, nonostante le sue condizioni di salute stessero peggiorando.
Simone, sabato, comincia a stare male, è stanco. Il respiro manca sempre di più. Di questi tempi, il respiro, manca sempre di più.
Viene attaccato all’ossigeno. Ossigeno che non basterà a tenerlo in vita, perché alle 4.30 di domenica, avrà “in maniera improvvisa e non prevedibile” un arresto cardio-respiratorio.
Sarà Simone stesso, di sabato, ad avvisare la madre per messaggio: «mi sento stanco, non riesco a respirare».
Simone ha solo 23 anni, si trova in stanza con altre due persone. Simone ha bisogno dei familiari. Simone chiede della propria madre e la madre chiede di poter vedere lui. Simone peggiora e la sua richiesta viene ancora rifiutata dall’ospedale per paura che il focolaio si diffonda. Paura che gioca tragicamente con il destino delle vite che si spezzano, negando un ultimo desiderio, un ultimo saluto. Paura che vince su senso della vita. Morale che perde contro l’etica. Regole applicate con freddezza, perché Rosalia, madre di Simone, è vaccinata e chiede di fare il tampone, così potrà stare accanto al figlio. Tutto quello che vuole è un angolo dove poter stare con lui. Ma non accadrà perché rispetterà le regole imposte, per poi rendersi conto che è stato uno sbaglio.
Le regole hanno negato l’ultimo abbraccio tra una madre e un figlio. Le regole hanno imedito un’ultima carezza. Tutta questa storia forse vuole insegnarci che il senso della vita sta nel rischio…
