Firenze. Seduzione, la capacità di morire e dare nuova vita con Koen Vanmechelen agli Uffizi.
-di Denata Ndreca-
Sono 30 le installazioni per la rassegna d’apertura della stagione espositiva 2022 presso la galleria più bella del mondo, ovvero, quella degli Uffizi a Firenze.
Ad aprire, sono le creature dell’artista belga Koen Vanmechelen (1965), accolte nella Galleria delle Statue e delle Pitture dal 18 gennaio al 20 marzo; creature che parlano di vita e morte, umano e divino, terreno e celeste. Creature che rimangono in forma ibrida, come se fossero alla ricerca di un dialogo nel tempio dell’arte figurativa, come se fosse un tracciato invisibile che lancia input allo sguardo del visitatore per dargli la possibilità di spaziare nel tempo e nella storia, con tutte le mutazioni subite. Sguardo che viene subito rapito dai capolavori di Michelangelo e Raffaello lungo corridoi e, salendo per le scale della galleria cerca di rimanere in equilibro mentre si affaccia alle sale della pittura caravaggesca e fiamminga.
Arte e colori rappresentano così una forma di rassegnazione pacifica al concetto che, in questo mondo – c’è posto per tutto e tutti. C’è posto per una tigre rossa e silenziosa che riposa lungo le sponde dell’Arno, accucciata nel mezzo della celebre sala che accoglie il gruppo scultoreo ellenistico dei Niobidi nella celebre sala della Niobe; per le iguane cornute; per le versioni inedite di una Medusa con testa brulicante di zanne e becchi appuntiti; c’è posto per serpenti e piume – come se tutte fossero vite e creature che scorrono lungo lo stesso fiume.
Creature artistiche viaggiano in uno spazio suggestivo intorno all’idea di Seduzione, suscitando un’attrazione viva, invitandoci a seguire l’istinto del cambiamento e della sopravvivenza, a superare i limiti del pensiero razionale. Un gioco che genera incanto e spinge verso l’evoluzione, fatto di materiali fondamentali come il marmo e il vetro di Murano. Marmo bianco per le numerose temptation che accompagnano le antiche teste romane del Corridoio, dove alzando lo sguardo si possono vedere nel soffitto gli affreschi manieristi ricchi di grottesche; marmo rosso come nella Sala della Niobe, che ci presenta una tigre a grandezza naturale distesa su un letto di piume di pollo e spade affilate, raffigurando la ‘Domestic Violence’, giungendo così all’emblema della ricerca di Vanmechelen: il concetto di diversità bioculturale, l’osservazione dell’intervento umano nei processi della Natura, un approccio ecologico per un’arte che vuole essere espressione sia etica che estetica.
A concludere la mostra, è la coppia di Meduse ibride con le loro teste irte di crani di mostruosi in marmo e vetro, posate nella principale delle sale caravaggesche, le quali affiancano e potenziano l’orrore della chioma di serpenti del capolavoro di Michelangelo Merisi, forse, per ricordarci che a volte, le risposte le troviamo nella mitologia e che passato e presente, si incastrano e, sono unico modo per partorire un futuro e dare nuova vita ad un arte che vuole essere espressione di etica ed estetica, per poter salvare l’umanità.
Immagine tratta dal sito ufficiale Le Gallerie degli Uffizi
