7 giugno 1785: prima trasvolata della Manica in pallone

di Giuseppe Esposito

La prima volta che un pallone aerostatico, cui successivamente fu dato il nome di mongolfiera,  apparve  in pubblico fu a  Parigi, nei giardini della Reggia di Versailles, davanti al re Luigi XVI ed alla regina Maria Antonietta, oltre che alla presenza di una immensa folla che gremiva i viale del parco e delle strade limitrofe al palazzo reale. Era il 5 giugno 1783.

Il pallone aerostatico che quella mattina si alzò nel cielo di Versailles, per la prima volta privo delle funi di ancoraggio, era stato realizzato dai fratelli Joseph – Michel e Jacques – Etienne Montgolfier.

Al pallone era sospesa una cesta in cui erano stati posti un pollo, un’oca ed una pecora. Tra i primi a giungere sul luogo in cui il pallone era atterrato vi fu Pilâtre de Roziere, uno studioso di fisica, di chimica ed aerostiere, il quale si era già prenotato, coi fratelli Montgolfier, quale componente dell’equipaggio del primo volo con uomini a bordo. I due fratelli non potevano volare coi loro aerostati poiché il padre aveva acconsentito a lasciarli liberi di seguire la loro passione, invece di occuparsi della gestione delle cartiere che la famiglia possedeva, a condizione mai nessuno dei due avesse tentato di alzarsi in volo coi loro palloni. Per quella loro invenzione i due furono nominati membri dell’Accademia delle Scienze di Parigi, mentre Luigi XVI concedeva al padre il titolo nobiliare trasmissibile come De Montgolfier.

Dopo quella dimostrazione a Versailles, ai fratelli fu necessario un periodo di altre sperimentazioni per poter realizzare un aerostato in grado di coprire distanze significative. Finalmente il 21 novembre 1783 essi ritennero giunto il momento di tentare il volo con equipaggio a bordo.

L’equipaggio scelto fu formato da Piltre de Roziere e dal marchese d’Arlandes. Il volo ebbe una durata di 25 minuti e coprì la distanza tra lo Chateau de la Muette e Butte les Cailles, pari a circa 12 chilometri. Il pallone utilizzava per sollevarsi aria  calda.

Nel 1784 Pilâtre de Roziere prese parte, a Lione, ad una ascensione insieme a Jopseph Montgolfier, a bordo di un pallone dalle dimensioni enormi, cui fu dato il nome di Flesselles.

Dopo quelle esperienze il De Roziere mise a punto alcuni suo prototipi dotati di due camere separate alimentate una da aria calda e l’altra da idrogeno.

Dopo varie messe a punto decise, il 15 giugno 1794 di tentare la traversate della Manica, assieme a Pierre Ange Romain. Si levarono in volo nei pressi di Calais e tentarono di far rotta verso l’Inghilterra, in direzione contraria a quella dei venti dominanti. Purtroppo 25 minuti dopo il decollo l’aerostato prese a precipitare da un’altezza di circa 350 metri, per cause mai appurate e l’impatto sul terreno provocò la morte di entrambi gli uomini a bordo. Fu il primo caso di incidente aereo documentato.

Sfruttando quella sfortunata avventura di de Roziere, i fratelli Montgolfier misero a punto un loro aerostato con cui il 7 gennaio 1785 decisero di tentare anch’essi la trasvolata della Manica. Invece di partire dalla Francia essi decisero che il decollo sarebbe avvenuto dalla sponda inglese. A bordo l’equipaggio era formato da Jean Pierre Blanchard e dallo statunitense John Jeffries. La mongolfiera, ad aria calda,  si levò da un campo alla periferia di Dover e si diresse verso la Manica. La traversata avvenne senza incidenti e la navicella prese terra nei dintorni di Calais. I due uomini a bordo passarono alla storia come i primi trasvolatori della Manica.

Ma, a corollario di questo racconto, è d’obbligo riportare una curiosità. Quel Jean Pierre Blanchard che tutti considerano francese, era nato in realtà a Livraga, un paesino nei pressi di Lodi ed il suo nome era Nicola Francesco Biancardi. Nel paese natio è, ancor oggi considerato un eroe cittadino. Nato in una famiglia di agricoltori, da giovane si trasferì in Francia dove si appassionò alla teoria del volo. Oltralpe era considerato una sorta di genio folle le cui vicende stanno a metà strada tra la realtà e la leggenda.

Dedicava tutte le sue energie alla realizzazione di battelli e macchine volanti, inventò un aerostato dotato di paracadute e dotato di sistemi per il governo quali timone, remi ed altri mezzi per governare la navigazione. Fu pertanto il primo a pensare ad un paracadute.

Dopo la fortunata avventura sopra la Manica si trasferì in America dove compì ascensioni anche in presenza del presidente degli Stati Uniti George Washington. Purtroppo, dopo aver perso il figlio in un incidente aereo, subì la stessa sorte. Nel 1809 a bordo di uno dei suoi palloni si inabissò nelle acque dell’Oceano Atlantico. Ma la sua passione aveva contagiato anche la sua seconda moglie che continuò anch’ella a praticare ascensioni in pallone sia in America che in Europa.

 

 

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Giuseppe Esposito

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