Un infinito di poesia senza confini – il nuovo obiettivo di Jean Luc Bertoni

L’antologia “Inno all’infinito”, Bertoni Editore,  curata dal marchio “Poesiaedizioni” (Bruno Mohorovich) nell’imminente 2022 incomincerà a pubblicare autori provenienti da tutti i continenti e a contribuire alla riscoperta di autori dimenticati.

Questo volume chiude la trilogia degli “Inni”,  di cui abbiamo già scritto negli articoli precedenti, avviata nel 2020 e che comprende “Inno all’amore” e “Inno alla morte”, omaggio a Ungaretti e pubblicata nell’ambito delle celebrazioni della Giornata Mondiale della Poesia.

I versi dei 130  poeti scelti indagano l’infinito, essi descrivono l’infinito  abbandonandosi al suo ascolto, immettendo in esso la musica che ognuno sente omaggiando la poesia leopardiana .

Mohorovich prefatore del volume, evidenzia poi come l’Infinito acquista, per ciascun autore presente nell’antologia, diverse raffigurazioni: da quello passionale (Infinito amore / da sempre e per sempre; Senza confine il mio cuore, / è libero di andare oltre corrente…”), al naturalistico (“Avvolta dentro un manto di cielo…”; “Oh, quelle colline verdeggianti […] velate all’orizzonte…/ mi privano della vista del mare[…] serpeggiano la cima… / a cercare la vetta / e godere / del confine tra cielo e terra”; “Terso l’orizzonte, profila spumose / parabole di cirri e brillìo di flutti…”; “Il fruscio delle spighe di grano / danza la Vita / nella brezza della sera.”), dal religioso, (“Paradiso: / canto di parole luminose, /rivestite di soave umanità…”; “Nell’infinito tuo essere / in quell’essenza di te / perdo me stessa.”; “…il tuo cielo è dentro me…; …Ti cercherò / nell’aura armonica del vespro…/ t’ascolterò Signore in fredde sere…”), all’artistico laddove emblematica è la lettura di “Il viandante sul mare di nebbia” di Caspar David Friedrich, nel quale la grandezza sublime della natura è espressa dall’immensità spaziale e dall’altezza della montagna rocciosa in vetta alla quale l’uomo, solitario, guarda verso l’infinito, ricordando che  e al contempo sondare l’innato desiderio di esplorare, di contemplare l’immensità non condannandosi a non oltrepassare ogni limite, amando l’esistenza del proprio verbo “essere”, in virtù del fatto che esistono, sono, amano e si sentono, nella ricerca di un infinitamente grande o piccolo, un universo senza confini.

 

 

Denata Ndreca