Intervista a Francesco Pasqual, presidente della squadra di calcio Nazionale Poeti Italia, al suo esordio con”Origami”
È appena uscito il primo libro di racconti dello scrittore Franccesco Pasqual, “Origami” (Simple Edizioni) le vendite del quale saranno totalmente devolute a favore della FONDAZIONE ROMA LITORALE per il sostegno di bambini con gravi disabilità. Una luce, un progetto nuovo, in un settore colpito ancora di più durante i tempi della pandemia. Un segno tangibile di quanto la scrittura possa sostenere il proprio vissuto, come quello di altri apparentemente lontani da noi
Ne parliamo con lui.
Come nasce questo progetto?
Il volto di un’esigenza è sempre dettato da uno stimolo intenso che esplode da dentro per cercare luce al di fuori, dove tutto sembra parte mobile di un tempo che ci sfugge. Un’esigenza è una richiesta sempre legittima e per lo più pretensiosa, fatta valere nei confronti del tutto circostante anche con una buona dose di presunzione. Un’esigenza è un bisogno sfrenato di raggiungere un qualcosa che potrebbe anche rimanere fuori da una conquista esaustiva, da un traguardo che starebbe a significare non solamente una vittoria, ma soprattutto una presa di posizione verso il proprio passato.
Questo libro non è un progetto a sé stante, che vive di una propria distaccata autonomia, anche se la propria natura di intenti potrebbe farlo scivolare nell’ errore di un sentiero unico e non condiviso. In questo libro, il progetto, se così si può chiamare, diviene messaggio di un’esigenza profonda, di un bisogno che va oltre la volontà, di una riconciliazione che tocca il mistero. Questo libro è il germogliare di parole sussurrate tra pagine solitarie e intimistiche che con grande umiltà abbracciano il grande obiettivo della Nazionale Italiana Poeti, quello di una risoluzione più appropriata alle grandi potenzialità della parola, e della poesia/scrittura/racconto in questa particolare circostanza. Un segno tangibile di quanto la scrittura possa sostenere il proprio vissuto, come quello di altri apparentemente lontani da noi.
Dalla comunione di molte esperienze trasformatesi in emozioni e, dalle molte emozioni divenute immagini, nasce questo piccolo libro di Racconti brevi che, attraverso una pronuncia vicinissima alla Poesia, cerca in punta di piedi di gettare un ponte tra la prosa e la poesia, la frase e il verso, la metafora e le molte immagini che descrivono i luoghi della narrazione.
C’è un tempo per tutto. Vuole averne uno anche questa iniziativa?
Credo fermamente che non ci possa essere un tempo determinato o finito per questo genere di aperture, perché di questo si parla, di aperture verso il prossimo. Quello che mi ha spinto fino ad ora e che mi spingerà ancora in questo percorso, è l’estrema sincerità con me stesso, e con tutto il mio vissuto passato/presente e futuro.
Un ruolo importantissimo lo ha svolto la Nazionale Italiana Poeti, il mio avvicinamento ad essa grazie al poeta Michele Gentile, e la presa di coscienza di far parte di un gruppo di ragazzi/poeti che dal primo minuto ha creduto in un cambiamento, in una forma mentis della poesia, totalmente diversa da quella spacciata per troppi anni. La Nazionale Italiana Poeti, questa realtà ormai consolidata che, attraverso la condivisione sociale e la beneficenza, cerca di sfruttare attivamente e in maniera del tutto unica le facoltà di un pensiero pensante e unificatore.
Cosa pensa della scrittura?
“Una parte rilevante del mio essere passeggia mano nella mano con i tanti personaggi che respirano e sospirano in questi racconti che si fanno vita”
“Credevo di vivere solamente, mentre in realtà stavo scrivendo una poesia…”
Una risposta già di per sé esaustiva a questa domanda, può venire dalla giusta lettura di queste due frasi che pesano il loro vero essere, sull’essere di chi le ha scritte e pensate…
La parola è carne, la parola è anima. Forse viviamo, speriamo ed amiamo, per pronunciare la parola che ci faccia eludere qualsiasi fine. Penso che chiunque scriva, si domandi prima o poi il perché della propria scrittura, la recondita spinta che l’ha portato a gettare il suo cuore sull’ infinito di una pagina bianca.
La voce impressa sulla pagina di un libro, è il tentativo, forse, di scrutare nella propria anima chi sia “l’altro”, quali siano i pensieri, le emozioni e i sentimenti che nutrono quel preciso istante. La parola è un abisso di paure e di certezze, la culla dove si cristallizza fonicamente la visione del mondo e della vita che, lentamente, lentamente matura. La poesia è parola neonatale e intima. La poesia è perdita e conquista. C’è nella poesia uno spazio che va oltre il tempo, un punto ineffabile, dove la sua forza tocca il punto più alto della possibilità di dire cose che non potremmo pronunciare in altro modo. Chi scrive, vive nel momento del suo perdersi nella scrittura, la più concreta conquista di senso sia personale che impersonale, cogliendo in questo, il vero frutto della sazietà: quello della Libertà.
La poesia, e in questo caso la scrittura, non corre via col tempo. La poesia, come direbbe Rilke, evapora sempre verso altre e più alte sfere, cerca di durare all’infinito senza mirare ad un fine. La poesia si fa abbracciare nelle attese e nelle mancanze, restituendo il calore di quell’abbraccio a chi sa cogliere, immergendosi nell’anima, il tono di quella voce nell’amore di quei versi… Bisognerebbe conoscere le chiavi di una parola che penetri nel fondo, che svetti libera biancheggiando repentina, per cogliere appieno, sia il nostro, sia l’altrui modo di pensare e di essere.
“A volte la parola cerca solamente questo: tornare in un luogo, dove già incoscienti eravamo…”
Ecco cos’è la scrittura: un luogo, un paesaggio, un volto inesplorato che giace assopito dentro ognuno di noi…
link dove potete acquistare il libro, ricavato del quale sarà destinato alla FONDAZIONE ROMA LITORALE per il sostegno di bambini con gravi disabilità https://www.edizionisimple.it/
