Il presepe artistico della chiesa del Sacro Cuore a Salerno: tra simbolismo e arte sacra.
In prossimità della Stazione Centrale di Salerno, sul lato orientale di Piazza Vittorio Veneto, la chiesa del Sacro Cuore, in stile neo-romanica, terminata nel 1936 su progetto iniziale del 1923 dell’architetto Gustavo Giovannoni, poi completamente stravolto qualche anno dopo dall’ingegnere salernitano Renato De Crescenzo, da ben 75 anni ospita al suo interno, nel periodo natalizio, un bellissimo presepe di alto valore artistico. Gentilmente ospitato dal signor Enzo Autuori, componente dell’Associazione “Amici del Sacro Cuore” organizzatrice assieme alla Parrocchia di numerose iniziative durante l’anno, tra cui “Pedalando per la città” a maggio, ci intratteniamo in una piacevole conversazione sulla realizzazione del presepe artistico della Parrocchia e su altre iniziative sempre a scopo benefico.
Quando nasce il presepe del Sacro Cuore e come, in linea generale, si organizza l’allestimento?
I francescani hanno sempre realizzato un presepe all’interno della chiesa che risale a circa la metà degli anni ’30 dello scorso secolo. Quest’anno si celebra l’anniversario dell’allestimento del presepe artistico dal 1940. Da circa 15 anni, il nostro gruppo s’interessa della realizzazione del presepe lavorando nelle ore serali e notturne. Siamo ben 8 elementi dove ognuno, in base alla propria specifica competenza, collabora per la costruzione dell’opera. C’è il signor Amedeo Boccia, Andrea Apicella per la struttura portante, mentre dell’impianto elettrico, le acque e le fontane se ne occupa il signor Gaetano Cammarano. Io m’interesso della fase pittorica delle case, del cielo e dei numerosi angoli del presepe. Poi c’è Fra Vittorio Celentano, supervisore del presepe artistico, alla regia di tutta la cantieristica presepiale, in prima linea anche lui tanti anni fa. A volte, ci aiuta, ancora adesso, nell’allestimento nonostante l’età. A dare una mano sono ancora il signor Fernando, Carlo Giurbino e molti altri. Infine, la sera della Vigilia dell’Immacolata, si aggiungono ancora altre persone nella posa dei pastori, o nella messa a dimora dei vetri che circondano la sacra struttura. L’allestimento inizia subito dopo il 2 novembre, col montaggio della sua parte portante, mentre Fra Vittorio si occupa anche del muschio che raccoglie lui stesso su una montagna nei pressi di Matinella, vicino Paestum.
Il presepe che vediamo, con la sua minuziosa cura dei particolari e l’ampia scenografia con un notevole effetto profondità, è sempre lo stesso oppure cambia di anno in anno?
La rappresentazione scenografica del presepe cambia ogni anno. E ogni anno abbiamo scenografie sempre differenti, con risultati e ambientazioni diversi. Ciò che non cambia mai, invece, sono i pastori che hanno un certo pregio artistico. Le statue sono realizzate e vestite quasi tutte a Napoli, e più precisamente a San Gregorio Armeno (importante area di realizzazione presepiale nel cuore del centro storico della città partenopea). Fino al periodo pre-pandemico, ogni anno provvedevamo all’inserimento di nuovi pastori. Adesso sono 2 anni che non vi sono aggiunte. Diamo quindi molto risalto alla scenografia che, come già detto, cambia ogni anno.
Quali sono i pezzi più interessanti del vostro presepe?
Quelli davvero pregiati, dal punto di vista artistico, sono sicuramente gli elementi che compongono la Sacra Famiglia, compresi il bue e l’asinello. Le statue risalgono all’incirca a una cinquantina di anni fa, in stile ‘700 napoletano, impreziosite dagli abiti sui quali, a volte, dobbiamo intervenire per piccoli restauri. Di particolare bellezza sono gli angeli presenti in gran numero. Quest’anno, inoltre, per la prima volta, gli stessi sono sospesi per volontà del Parroco, Padre Leone. Fino all’anno scorso, invece, gli angeli erano sempre attaccati alla struttura. Altri soggetti molto preziosi, dal punto di vista artistico, sono i Re Magi, ora non presenti nella struttura, ma compariranno da Natale in poi. Pensiamo, in definitiva, di fare una cosa gradita ai visitatori non solo salernitani, essendo la chiesa in prossimità della stazione centrale: tanti viaggiatori curiosi s’inoltrano al suo interno per ammirare anche il nostro presepe e siamo ben contenti di tutto ciò.
Analizzando più nel dettaglio, il presepe, posto sulla navata sinistra della chiesa, sfrutta in particolare la profondità per realizzare i numerosi paesaggi e scorci che richiamano, grazie allo stile delle case presenti, un’ambientazione di tipo mediterraneo. I pastori sono tutti in stile ‘700 partenopeo, caratterizzati da preziose stoffe ben curate e, anno dopo anno, sapientemente sottoposte a manutenzione e recupero. Come gli antichi presepi napoletani, esso è ricco di pastori e semplici elementi che, richiamano in realtà, ciascuno, simbologie e significati molto profondi. Proverò a citare solo alcune delle peculiarità in esso presenti. Sulla destra si affaccia un gruppo di case arroccate a una ripida collina, su cui insistono 2 fontane che simboleggiano il collegamento tra l’esterno, la superficie terrestre, e il sotterraneo o meglio il mondo degli inferi. Elemento molto utilizzato nella narrazione di numerose leggende e storie misteriose, secondo i Vangeli Apocrifi, l’annunciazione della nascita di Cristo alla Madonna, da parte dell’Arcangelo Gabriele, avvenne proprio davanti a una fontana.
Oltre uno slargo, si presenta un ruscello, anch’esso dal significato molto interessante: simbolo del tempo, del passato, del presente e del futuro, in definitiva l’acqua è rappresentativa della nascita di Cristo. Altro elemento naturale che disvela un profondo significato è il vigneto. Esso è posto su un terrazzamento sempre sul lato destro del presepe.
Si vede un pastore intento nella vendemmia, mentre un altro, più in basso, è occupato nella pigiatura dell’uva: semplice ricostruzione di vita agreste, un visione tipica di usi e costumi di un tempo.
L’uva è simbolo di fecondità e benessere e il vino è sempre legato a occasioni di feste ma rappresenta anche il sangue di Cristo che è vita e che instaura l’alleanza con tutti gli uomini. Nel presepe sono presenti anche numerose pecore, allegoria di particolare importanza: esse rappresentano il popolo dei fedeli che incontra Dio grazie all’aiuto- guida dei pastori. Sul lato destro, in secondo piano, lontano dalla comunità del paese, è presente Benino, posto in un angolo dello scenografico paesaggio.
Figura tra le più importanti del presepe, esso simboleggia, in realtà, il sogno del dormiente e rappresenta l’umanità che è un po’ distante dal Divino ma che si può avvicinare ad Esso solo attraverso i sogni, allorquando si è completamente svincolati dalla materialità. In alto si possono ammirare gli angeli sospesi, portatori di gioia, di buone novelle e di positività. Al centro del presepe è la Sacra Famiglia accompagnata dal bue e l’asinello.
Questi ultimi (citati solo nel Vangelo Apocrifo) sono anch’essi elementi allegorici suscettibili di numerose interpretazioni. Di fatto se, da un lato, si descrive il bue simbolo del bene e l’asinello simbolo del male, un’altra visione interpretativa vede in entrambi gli animali, l’immagine degli uomini che devono riconoscere Gesù figlio di Dio, servendolo e dandogli calore. In ultima analisi ritroviamo la Madonna e San Giuseppe, simbolo più genuino di amore, i veri santi del racconto, poiché Lei accetta di portare in grembo il figlio di Dio mentre Lui riconosce, senza indugiare, la gravidanza della moglie che ha in realtà un figlio non suo: questa è l’essenza della vera unione, esempio di famiglia basata sul pieno amore e nel rispetto dell’accettazione del riconoscimento del Divino.
