Femminicidi: uomini che non accettano la fine della relazione. Intervista all’avv Luciano Provenza

Negli ultimi due giorni altre due tragedie hanno sconvolto le nostre coscienze. A Cura di Vetralla è morto il piccolo Matias di 10 anni. Ad ucciderlo, sgozzandolo, è stato il padre, un polacco di 44 anni che da poco aveva ricevuto il divieto di avvicinamento alla ex compagna.  Non accettava la fine della relazione con la madre del piccolo. A Sassuolo un tunisino di 38 anni ha ucciso a coltellate la moglie, i due figli e la suocera. Anche qui l’uomo non aveva accettato la fine della relazione con la sua compagna e, recatosi a casa della suocera dove la compagna si era rifugiata con i figli, ha dato vita alla mattanza. Entrambi gli uomini hanno affidato alla lama di un coltello la loro crudele vendetta.

 Parliamo con l’ avv. Luciano Provenza, specializzato in diritto di famiglia e matrimonialista da 30 anni,  di crisi di coppia e dell’aumento dei femminicidi.

Il numero delle separazioni coniugali è aumentato rispetto al passato?

Nella nostra città, come in tutto il meridione, la crisi economica è sempre più rilevante. Aumentano i disoccupati e non sempre nella famiglia lavorano entrambi i coniugi. Spesso la coppia rinuncia a separarsi, in quanto non è possibile materialmente prevedere una regolamentazione che possa garantire una vita dignitosa ad entrambe le parti e ai figli. Si preferisce la prosecuzione di una convivenza forzata, spesso fonte di forti contrasti e litigi e anche di tragedie familiari. Per questo motivo non vi è un incremento rilevante delle separazioni dinanzi al Tribunale, ma la frantumazione dei consorzi coniugali è sempre più evidente.

Sono più le donne o gli uomini a richiedere la separazione?

Per quanto concerne la mia esperienza professionale, non vi è alcuna prevalenza tra gli uomini e le donne, ma le donne decidono di interrompere il coniugio a prescindere da altri legami. Invece gli uomini spesso si rivolgono all’avvocato in quanto intendono cessare la convivenza perché si vogliono legare ad altra compagna. In ogni caso la separazione quando non è condivisa determina un vero trauma per chi la subisce.

A proposito di trauma come mai sono in aumento i femminicidi?

L’uomo è sempre stato considerato nella nostra cultura il sesso forte che orienta e protegge la donna. Questo retaggio culturale ha celato negli anni le fragilità psicologiche del maschio. Ancora oggi la società costringe l’uomo a mascherare la propria debolezza perché l’ego maschile non deve mai essere messo in discussione. Negli ultimi tempi la personalità e l’autonomia delle donne sono cresciute vertiginosamente e di fronte ad una donna forte qualunque uomo subisce.

Per qualcuno prendere atto che la propria donna sia una persona così forte da essere capace di non dipendere da nessuno è molto problematico. La donna è stanca di subire e di rinunciare al soddisfacimento delle proprie esigenze per omologarsi all’immagine che gli usi e i costumi sociali continuano a conferirle. La forza delle donne e la debolezza degli uomini vivono un rapporto inversamente proporzionale: gli uomini divengono sempre più deboli, mentre le donne crescono nella loro consapevolezza di autonomia.

Il femminicidio si spiega anche per questa mancata accettazione dell’uomo di essere abbandonato da chi culturalmente è stata sempre considerata il sesso debole. Certo, spesso le cause delle violenze si rinvengono nelle vicende che hanno caratterizzato l’infanzia di un uomo. Un bambino che ha subito maltrattamenti dai genitori o che ha visto la madre continuamente picchiata dal padre, ha una probabilità più elevata di divenire un adulto violento.

 Esiste una normativa adeguata per tutelare le donne ?

Negli ultimi anni il legislatore ha emanato un quadro normativo che sulla carta sicuramente è più efficace rispetto al passato. In realtà le Istituzioni non sempre si adeguano alla legislazione vigente. Campanelli di allarme, talvolta, non vengono recepiti con la debita attenzione anche da parte delle forze dell’ordine. Quando la donna trova il coraggio di denunciare non ha sempre una risposta sollecita e concreta. Ultimamente in Italia sono state uccise donne nonostante abbiano presentato diverse querele e denunce. Questo è inaccettabile ed è il segno della sopravvivenza in Italia di una cultura ancora retrograda e intrisa di maschilismo.

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Immagine di copertina Pixabay Licence

Claudia Izzo Claudia Izzo

Claudia Izzo

Giornalista dal 2005, Direttore di salernonews24.it, fonda e dirige campanialife.it, cetaranotizie.com. Presidente dell'Associazione Culturale Contaminazioni è ideatrice e promotrice di iniziative culturali sul territorio nazionale. Membro della Commissione Cultura dell'Ordine dei Giornalisti della Regione Campania per il triennio 22/24, è docente di Giornalismo presso istituti scolastici. Ideatrice e conduttrice della rubrica Ex Libris sull'emittente RCS75, già ghost writer per tre campagne elettorali, è ideatrice e curatrice del libro "La Primavera Fuori. 31 scritti al tempo del Coronavirus. (Il Pendolo di Foucault). Si occupa di comunicazione, storia, design e territorio.