“L’Italia è un Paese gattopardesco…”
-di Clelia Pistillo-
“L’ Italia è un Paese gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero.”
La giornata del 27 ottobre sarà certamente ricordata come una pagina nera per la nostra democrazia a causa del definitivo affossamento del ddl Zan, il disegno di legge contro l’omolesbobitransfobia, misoginia, abilismo, che non è avvenuto con toni sobri e sommessi bensì tra urla da stadio, applausi scroscianti e abbracci interminabili tra i senatori, in barba a buon gusto e a buon senso.
Il ddl Zan si è dovuto arrendere di fronte alla tagliola prevista dall’articolo 96 del regolamento del Senato, richiesta dai capogruppo di Fratelli D’Italia e Lega e passata con 154 voti favorevoli, 131 voti contrari, e 2 astenuti. Questa procedura, attraverso la quale si chiede di non discutere neppure il contenuto degli articoli in questione, costringe di fatto a ricominciare tutto dall’inizio e rappresenta il naufragio di una legge che per i sei mesi successivi non ha speranza di essere nuovamente calendarizzata, così come da regolamento.
Dobbiamo precisare che a favorire la riuscita di questo colpo ben assestato e a rendere ancora più indecifrabili i comportamenti dei presenti è stato il voto segreto concesso dalla Casellati per una votazione procedurale che impatta sulle regole e non sui contenuti e che, solitamente, avviene a viso scoperto. Si registrano quindi 16 voti mancanti e adesso diventa più difficile capire chi siano stati i franchi tiratori.
Hanno già cominciato a colpevolizzarsi a vicenda gli esponenti del PD e di IV, tuttavia non è poi così difficile immaginare chi possa aver tradito il ddl Zan. Matteo Renzi, intanto, era assente, impegnato in un evento organizzato dalla fondazione del principe Mohammed Bin Salamid in Arabia Saudita, proprio là dove donne ed omosessuali non vivono con gioia la propria condizione.
Questo ddl ha avuto un iter travagliato sin dall’ inizio ed è stato oggetto di numerose polemiche sollevate, puntualmente, da una destra fortemente omofoba e bigotta che è stata in grado di apportarvi oltre 800 emendamenti alla Camera, di tenerla in ostaggio per mesi alla Commissione Giustizia del Senato per mano del presidente leghista Andrea Ostellari e di sollevare dubbi di ogni sorta, come le pregiudiziali di costituzionalità, chiedendo persino l’aggiunta della “clausola salva idee” per andare incontro a tutti, in particolare al Vaticano.
Lega e Fratelli d’ Italia hanno più volte tentato di etichettare questo ddl come incostituzionale e liberticida.
L’Italia rimane uno degli ultimi paesi a non avere una legge contro l’omofobia accanto a Polonia e Repubblica Ceca e il paese con minori tutele per le persone LGBT, quasi allo stesso livello dell’Ungheria.
E mentre in Scozia gli educatori hanno creato un sito web per offrire corsi e lezioni sull’argomento, portando i temi LGBT nelle scuole, in Italia siamo costretti a vedere senatori della Repubblica esultare mentre si negano i diritti e tutele a persone che attendono questa legge da 30 anni.
Insomma, alla fine non possiamo far altro che constatare quanto l’Italia sia un Paese fermo da un punto di vista culturale, un Paese in cui un gruppo di esponenti di partiti clericali che non sa cosa voglia dire subire sulla propria pelle discriminazioni per il semplice fatto di essere donna, disabile, o per l’orientamento sessuale, si impegna per affondare una legge urgentissima, considerandola un capriccio, e si prende il gusto di dare lezioni su come sopravvivere agli insulti ed alle discriminazioni. Tutto questo pur di non parlare di omofobia, sessismo, disabilia e per non affrontare questioni importanti per il progresso del nostro Paese.
“Nihil sub sole novum” e chi meglio di noi donne può saperlo! Da sempre gli uomini ci regalano le loro preziose perle di saggezza, ricette su come superare le disparità di genere, proponendoci soluzioni semplicistiche che tradiscono arroganza e paternalismo di cui faremmo volentieri a meno. Tutti sapientoni a pancia piena, dopo aver mangiato il piatto di pastasciutta probabilmente preparato e servito da mammà.
Ed è esattamente quello che è accaduto ieri in Senato dove un gruppo di persone privilegiate ha deciso per tutti, ridendo e godendo come si fa davanti ad una partita di calcio e ad una birra fredda. Si sa gli italiani sono così, tutti bravi a parlare e a dispensare consigli utili e a decidere cosa sia giusto o sbagliato, sulla pelle degli altri, di chi le ingiustizie e discriminazioni le subisce ogni giorno.
Tanti emendamenti aggiunti per tenere conto delle molteplici istanze, tanti tentativi di mediazione per poi decidere in Senato di non volerne neppure discutere, consegnando al mondo l’immagine di un Italia immobile. “Ma l’ Italia è un paese gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero”, scriveva Pier Paolo Pasolini.
Si è persa un’occasione per compiere un balzo in avanti e per fornire alla nostra società quegli strumenti educativi necessari a creare una nuova consapevolezza. Il Ddl Zan sarebbe stato l’inizio di una serie di tutele e di libertà per un Paese che vuole progredire.
E invece eccoci qui, neppure al punto di partenza.
