I “passaggi” umani del nuovo disco di Davide Peron.
-di Denata Ndreca-
Si parla poco dell’importanza dei testi delle canzoni. Accendendo la radio, a volte si ha voglia di spengerla immediatamente, per la pochezza delle parole che accompagnano gli accordi musicali e non solo. Ma ciò che distingue un vero artista da quella che è la musica commerciale, è il suo andare controcorrente e, andare controcorrente con una chitarra in mano, vuol dire avere ancora una luce accesa nel buio per salvare anime.
“Non sono capace di inventare ciò che non c’è: ogni parola, ogni nota, racconta la realtà che vedo, il bisogno di vedere nell’altro una possibilità e non un limite, le tante circostanze che ci portano ad essere diversi e allo stesso tempo uguali”
Sono parole di Davide Peron, il cantautore che con una chitarra in mano narra il mondo attraverso il suo sguardo, un mondo dove la patologia più grave è l’indifferenza. ”L’incontro con l’altro è fondamento di ogni essere umano, perché siamo esseri sociali e non possiamo farne a meno”, afferma Davide Peron che per 21 anni ha lavorato come educatore e pedagogista e collabora con Libera e Don Luigi Tellatin (ex referente Libera Veneto), con cui va nelle scuole, nei teatri, nelle piazze, tutti uniti contro la mafia –“un cancro che sempre di più si dilaga nella nostra società.”
Nasce così il suo ultimo disco dal titolo riflessivo Passaggi, uscito il 17 settembre e presente in tutti i digital store e nei negozi specializzati
Non vi sarebbe nessun futuro senza l’impegno degli artisti, senza la loro forza di denunciare, senza il loro desiderio di migliorare, e le parole e le note sue, arrivano come una pallottola, sono cose che
“partono da molto lontano,
parole nere vestite di bianco…
lusinghe bianche che di nero vestiranno”.