Il bicchiere, non solo trasparenza

di Clotilde Baccari-

Abbiamo spesso detto che decorare una tavola è arte e passione. Il cristallo, con la sua trasparenza, con l’abbagliante scintillio e i suoi riflessi contribuisce notevolmente al fascino di un elegante decoro. Ogni occasione è quella giusta…

Non lasciamoci  sfuggire l’opportunità di sorprendere i nostri ospiti grazie alla gusto espresso  nella giusta scelta di bicchieri in cristallo, elemento della tavola da cui traspare l’eleganza, la cultura  e la sensibilità estetica dei padroni di casa.

Il bicchiere non è solo un contenitore ma è uno strumento per legare inscindibilmente i nostri sensi  a ciò che beviamo: il vetro, nella sua trasparenza, favorisce questa mistione tra noi e ciò che consumiamo accentuando la piacevolezza grazie al piacere della vista, del colore, della brillantezza, oltre che al nostro olfatto e al nostro gusto.

Ecco quindi che i veri amatori desiderano usare bicchieri di vetro non colorati, lisci, senza decorazioni, più sottili possibile soprattutto nei bordi, che si restringono per concentrare e contenere gli aromi.

Se i primi bicchieri di cui si abbia notizia sono oggetti presenti in natura come  conchiglie e cortecce o simili,  saranno i Fenici a diffondere l’uso del bicchiere con  l’invenzione del vetro ma i decori più preziosi impressi sui bicchieri risalgono al  ricercato utilizzo degli eleganti patrizi nelle loro ricche case a Pompei.

Dal ‘500 in poi, la patria dei bicchieri, in elegante vetro, diventa Venezia attraverso  l’uso di forme insolite impreziosite  da  decorazioni tanto raffinate da diventare una moda di dimensione europea. Così la manodopera veneziana emigra in Olanda, Germania, Spagna e Francia, grazie anche al raffinato utilizzo a corte di Caterina dei Medici che detta le regole per il bicchiere ideale a degustare il vino: “esso ha da essere trasparente ed incolore, di vetro o di cristallo, con le pareti sottili e prive di qualsiasi decorazione o intaglio.”

Rispetto alla scelta dei bicchieri in base al loro utilizzo vigono  ancora oggi regole precise che bisogna conoscere. Nell’apparecchiare  la tavola  sono essenziali solo  tre bicchieri, disposti obliquamente davanti al commensale, in ordine decrescente: a destra il bicchiere per il vino bianco, al centro e più in alto quello per il vino rosso, ancora più a sinistra e più in alto il bicchiere per l’acqua.

Non si apparecchia la tavola  con il bicchiere da porto, da brandy o da champagne; questi ultimi devono essere messi davanti al commensale solo al momento in cui saranno usati e dopo aver tolto gli altri bicchieri, ad eccezione del bicchiere da acqua.

Il numero massimo consentito di bicchieri a tavola e di cinque di cui uno d’acqua, due per vini bianchi e due per vini rossi. Ogni vino ha caratteristiche singolari, diverse da qualunque altro, pertanto  per poter esprimere il meglio di sé ha bisogno di bicchieri adeguati e una temperatura ideale.

Il bicchiere sarà, possibilmente, di cristallo e dovrà avere un sottilissimo spessore: quello da vino deve avere sempre un gambo lungo per evitare che il calore della mano alteri il vino.

Il principio base nella scelta del bicchiere è che i vini delicatamente profumati necessitano di bicchieri dal volume ridotto per concentrare gli esili  profumi, mentre vini con profumi più intensi richiedono bicchieri dal volume via via crescente, con una eccezione per i vini da dessert.

Un vino bianco, tendente all’acido, sarà servito in un calice stretto in modo da non interessare immediatamente le parti laterali della lingua deputata alla percezione delle sensazioni acide ma quelle sulla punta deputata alla percezione del dolce e del fruttato. Vini più completi, invece, sono introdotti con bicchieri larghi per coinvolgere tutte le parti dell’apparato gustativo e consentire una sensazione completa.

Altra attenzione é da  riservare agli spumanti che, a seconda del metodo utilizzato, presentano un pérlage più o meno importante da evidenziare; di conseguenza con flute alti per il metodo tradizionale, di dimensioni  più contenute, per il metodo charmant e per i prosecchi che non hanno un pérlage.

Presentano necessità diverse i vini rossi invecchiati che hanno bisogno di ossigenarsi e devono essere serviti nel balloon, detto anche snifter, un calice dal fondo ampio che si restringe verso l’alto in modo da sprigionare gli aromi e portare al naso i profumi della bevanda sorseggiata. Questo bicchiere è indicato anche  per il cognac, il brandy e per i distillati di pregio.

Come si può dedurre tanti sono i bicchieri per degustare le tante bevande. Sarà la conoscenza delle buone maniere, stabilite non solo dalla raffinata eleganza e dal saper vivere, ma anche da cognizioni scientifiche, che ci detterà l’uso del bicchiere giusto per ben centellinare goccia a goccia la bevanda e per “libare nei lieti calici”

 

 

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Clotilde Baccari