Ho bisogno della tua presenza per capire meglio la mia essenza. Addio a Franco Battiato

Era nell’aria da tempo, ma quando arriva la notizia speri sempre di aver capito male. È morto Franco Battiato, l’autore, il cantautore, il maestro siciliano che fin dagli anni 70 ha dato tanto alla cultura e alla musica italiana.

Grandissimo innovatore, ma soprattutto grande ricercatore musicale, Battiato è stato uno dei pochi autori capace di mescolare la musica colta con quella pop riuscendo dove quasi tutti hanno fallito: conferire alla canzone di facile da ascolto (ma mai banale) la dignità e lo spessore di una vera e propria opera d’arte. E pensare che quando superò la sua fase iniziale fatta prima di canzone di protesta, poi di pura avanguardia negli anni 70, indirizzando la sua composizione verso la musica pop d’autore furono in molti a criticarlo. Non impiegarono molto tempo a ricredersi e a riconoscere Battiato come un vero maestro,  autore di capolavori pop che nessuno prima di lui è riuscito a scrivere e difficilmente scriveranno dopo di lui.

La grande cultura musicale che possedeva il maestro siciliano era la marcia in più che gli consentiva di innestare nelle sue composizioni elementi solo apparentemente distanti tra loro. Il risultato di quegli innesti lo si ascolta in ogni sua canzone. Il rock, l’avanguardia, la musica etnica nelle sua varie declinazioni, l’orchestrazione, sono state tutte componenti fondamentali che lui ha sapientemente cucito insieme per realizzare l’abito perfetto.

Naturalmente i testi non sono secondari, tutt’altro, sono propri loro quelli che fanno da viatico verso il meritato, grande successo di Franco Battiato. In effetti questi testi, alcuni dei quali di enorme successo portano la firma del poeta Malio Sgalambro, sono spesso apparentemente difficili, strani, originali, pieni di citazioni colte, ma sono stati proprio quei testi a far parlare, prima ancora della musica stessa, dell’opera di Franco Battiato a tutti i livelli.

Mi piace l’idea di pensare a Franco Battiato alla stregua di un artista concettuale, nel significato più esteso e profondo della parola perché nelle sue canzoni, o meglio nelle sue opere, l’ascoltatore può coglierne infinite sfumature alle quale dare la propria interpretazione, adattando quelle parole al proprio sentire emotivo e trascendentale. Insomma l’opera di Battiato appartiene a chi l’ascolta nel momento stesso in cui l’ascolta.

Due sono gli artisti che rimarranno unici nella storia della musica italiana d’autore, uno è De Andrè,  l’altro è Franco Battiato. Con la sua morte, purtroppo attesa, ma avvenuta con grande riserbo, in silenzio e senza clamori pacchiani, avvenuta all’età di 76 anni, finisce una generazione nata con lui e di cui lui è stato l’unico grande rappresentante.

Nicola Olivieri

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