Edicole Votive a Salerno

Il nucleo storico della città di Salerno contiene al suo interno, oltre a edifici e chiese di altissimo pregio storico-architettonico, piccoli elementi tipologici che non sempre colgono l’attenzione del visitatore: si tratta, per la maggior parte dei casi, di edicole, ovvero strutture di piccole dimensioni che ospitano e preservano affreschi o maioliche sacre.  Il termine edicola, dal latino “aedes” che vuol dire casa o tempio, nella sua forma diminutiva assume un significato ben diverso legato principalmente a un fine religioso. Risalendo agli albori del suo sviluppo, le prime edicole compaiono già in epoca ellenistica allorquando era consuetudine posizionare tempietti in luoghi teatro di particolari eventi prodigiosi. La tradizione adottata successivamente dagli antichi romani, con l’avvento della religione cristiana si riadatta al nuovo culto con la sostituzione degli idola pagani, i “Lares”, in  favore dell’iconografia cristiana. Le edicole ornano non solo i vicoli e gli slarghi dei centri storici delle città italiane ma anche i numerosi incroci di campagna. Sono, inoltre, utilizzate per processioni sacre o per indicare un percorso verso un Santuario e sono frequenti anche in corrispondenza delle antiche porte urbiche con funzione apotropaica, ovvero di difesa della città stessa. A Salerno queste piccole e preziose strutture religiose si ritrovano facilmente lungo le strade del centro storico o sulle facciate dei palazzi o agli angoli degli stessi, come veri e propri elementi decorativi molto elementari caratterizzati, il più delle volte, da piccoli timpani o frontoni sorretti da colonne o semplici paraste che riflettono la tipica architettura templare. La maggior parte delle edicole sono dedicate a icone mariane, ma non mancano anche altre figure religiose, come il Patrono di Salerno San Matteo, San Giovanni Battista o ancora Santa Rita. Il centro storico del capoluogo custodisce decine di edicole sacre, quasi tutte realizzate tra il XVIII secolo e il XIX, alcune delle quali presenti all’interno di cortili privati. Detti manufatti, tipica espressione architettonica frutto di una forte volontà religiosa popolare e spontanea, erano all’epoca, ma in alcuni casi lo sono ancora, punti di aggregazione per gli abitanti del quartiere dove recitare il Rosario o, più semplicemente, luoghi per una veloce preghiera in solitudine. In linea generale, i tabernacoli erano realizzati da corporazioni di mestiere, per lo più da artigiani operanti, ad esempio, in un determinato vicolo e sono la concreta testimonianza di una sentita fede cristiana popolare. Gli elementi sacri presenti in città rientrano, per lo più, nella tipologia a nicchia con supporto delle raffigurazioni, caratterizzato da dipinto murario eseguito, in genere, all’interno di cornici a protezione dello stesso (alcune semplici altre particolarmente elaborate). Lucerne a olio o anche semplici candele possono considerarsi una sorta di primo impianto d’illuminazione pubblica cittadina. Non mancano, infine, anche le immagini sacre realizzate su piastrelle in maiolica, caratteristiche dell’area campana e in particolare della Costiera amalfitana. Un elenco completo di tutte le edicole presenti nel centro storico della città risulterebbe un’opera assai difficile, pertanto ci limitiamo a citarne solo alcune. Il Rione Largo Campo, innanzitutto, è il punto di maggiore concentrazione di edicole votive. Nel Vicolo delle Galesse, il cui nome deriva dalla presenza, un tempo, di numerose attività artigiane dedite alla realizzazione dei calessi, ritroviamo una interessante edicola posta in alto, ad angolo, sotto un ampio arco. L’immagine mariana della Pietà, di particolare bellezza ed eleganza, è racchiusa da cornici a stucco baroccheggianti con elementi floreali, ai lati, il tutto sovrastato da un particolare frontone rotto fiancheggiato da volute. In prossimità, un ulteriore elemento religioso raffigurante la Madonna col bambino e San Gaetano, anch’esso tipologicamente elaborato, è inscritto all’interno di una cornice rettangolare decorata, mentre ai lati sono presenti due pilastrini incassati con capitelli ionici e piccoli festoni sottostanti. Il tutto è sormontato da un massiccio frontone elaborato e da fregi decorati a volute. Sempre su Vicolo delle Galesse è presente un’ulteriore edicola dedicata sempre alla Madonna col Bambino inserita all’interno di una cornice più semplice ma elegante, rettangolare e ricurva nella parte superiore. Non lontano, sono presenti altre due edicole, di cui una angolare che poggia su una mensola sorretta da due elementi-supporti a volute, mentre al di sopra, ritroviamo due pilastrini con capitelli ionici che reggono un timpano triangolare. L’edicola a tempietto contiene un affresco mariano, purtroppo, maltenuto così come il resto della struttura che la contiene. A pochi metri da quest’ultima effige, ritroviamo su Vicolo Guaiferio una bellissima ed elegante cornice priva di affresco ricca di particolari modanature a volute finemente decorate, un cartiglio con colomba centrale e, in alto, una sorta di frontone circolare al centro, sorretto nei lati, da due paraste con capitelli corinzi. Proseguendo verso est e percorrendo via Giovanni Da Procida, l’antica “ruga Speciariorum”, nell’area della Curtis arechiana, si nota un grande affresco posizionato sotto un ampio arco di attraversamento dedicato alla “Madonna dei sette dolori”. E’ questa una effige legata all’ordine dei Sette Santi Fondatori Servi di Maria, nato a Firenze nel XIII secolo. Percorrendo, poi, via Mercanti, l’antica via Drapperia, si scorge, sulla destra, una particolare edicola votiva (ben descritta dalla Dott.sa Emilia Alfinito) al cui interno è rappresentata la Madonna col Bambino con, ai lati, i due Santi protettori di Salerno: San Felice, il più antico Protettore della città e San Matteo. Inizialmente realizzata con cornice in stucco, successivamente, nel1827, la stessa venne sostituita da elementi in pregiato marmo policromo, creando una sorta di piccolo altare. Sotto la mensola della sagra effige è presente un cartiglio con una scritta: “D.O.M.  – Vergine figlia dell’eterno padre – Vergin del santo spirito augusta sposa – Vergin del figlio prediletta madre a chi ti prega volgiti pietosa -A.D. MDCCCXXVII-”. Altra area del centro storico in cui è presente un gran numero di edicole votive è quella compresa tra via Masuccio Salernitano e Piazza Flavio Gioia: l’area di Porta Nova. Su Via Masuccio, detto anche Vicolo dei Caciocavalli, si trova, nella parte orientale, una elegante edicola votiva in marmo che contiene, al suo interno, un affresco raffigurante la Madonna Addolorata con ex-voto in argento, mentre su Piazza Sedile di Portanova, sulla facciata est della palazzina Pisacane, ritroviamo una particolare icona della Madonna di Pompei realizzata su metallo. Non lontano si scorgono altre due edicole votive proprio in prossimità di Porta Nova. La prima, posta proprio sotto l’arco della Porta, in piastrelle di ceramica (come molte altre tipologicamente simili sparse in diversi punti del centro storico) è inserita all’interno di una semplice cornice rettangolare e raffigura Santa Maria della Porta realizzata nel 1907 e prodotta dalla Fabbrica A. Avallone di Vieri sul Mare. Al di là della Porta, un’altra interessante edicola detta della Madonna della Porta fu realizzata a protezione della città. Essa è costituita, nella parte bassa, da un piccolo altarino sormontato da pilastrini decorati da marmi policromi che sorreggono un frontone con sommità aperta avente al suo centro tre puttini, preservato da una bacheca vitrea. L’effige versa, purtroppo, in precarie come denota la presenza di erbacce che coprono quasi del tutto l’altarino. Altra edicola particolarmente venerata dai salernitani è quella posta all’interno della Palazzina Pisacane su Piazza Sedile di Portanova, legata ad alcuni aneddoti e miracoli avvenuti diversi secoli prima. Si tratta di un dipinto murale raffigurante la Vergine realizzato dalla Confraternita di Sant’Antonio dei Nobili nel 1690 per i condannati a morte, provenienti dal Vicolo dei Caciocavalli, attuale Via Masuccio Salernitano, che si fermavano dinanzi ad essa per un’ultima preghiera prima dell’esecuzione. Un secolo dopo l’effige su abbellita e ingentilita da una cornice e un altarino di marmi policromi. Un’altra edicola, forse la più antica di Salerno, è posta sul lato est della Cattedrale, su vicolo dei Sediari. E’ presente, a chiusura di tale vicolo, una icona rettangolare il cui affresco è andato perduto, sovrastata da una lunetta ogivale al cui interno era presente un ulteriore affresco, staccato negli anni ’70 dello scorso secolo, recuperato e attualmente esposto nel Museo Diocesano di Salerno. Si tratta dell’Annunciazione, il cui stile risente di influssi senesi e catalani. Lo storico De Simone sostiene, in realtà, che l’impronta ogivale in stucco su Vico Sediari è ciò che resta dell’antica chiesa della Santissima Annunziata de Orto Magno. L’iniziativa di restauro e risanamento di tali edicole, promossa della Giunta Comunale agli inizi degli anni 2000 che mirava a coinvolgere enti, associazioni private, scuole e la Soprintendenza per i Beni Culturali, purtroppo, è riuscita solo in parte nel suo intento. Difatti, molte strutture sacre rimangono ancora oggi in pessime condizioni, essendo oltretutto esposte agli agenti atmosferici, all’inquinamento e soprattutto alla generale noncuranza. Sarebbe opportuno una campagna di sensibilizzazione per il restauro di tutte le edicole che, pur essendo strutture a se stanti dal punto di vista tipologico, fanno comunque parte integrante del patrimonio storico e architettonico della città. L’intento finale potrebbe essere quello di farle rientrare, a pieno titolo, in un percorso itinerante culturale-religioso, suggestivo ed esplorativo, della caratterizzazione sociale e antropologica del nostro territorio e dei culti votivi di manifestazione spontanea e popolare.

Daniele Magliano

Architetto- giornalista che ama approfondire tematiche di architettura, urbanistica, design, ma anche di storia, evoluzione e curiosità riguardanti oggetti di uso quotidiano. Mi piace, in generale, l'arte della costruzione: riflesso del nostro vivere in quanto unisce passato, presente e futuro prossimo di una comunità.

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