Il “Cubo”: il primo oggetto radiofonico di design pratico leggero ed elegante.
La scoperta delle onde elettromagnetiche determinò, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, un salto evolutivo eccezionale nel processo di sviluppo tecnologico ed è tutt’oggi fondamentale per l’evoluzione della comunicazione in generale. Le diverse applicazioni in rete del computer, il cellulare, la tv, l’invio e la condivisione di messaggi attraverso i numerosi social, la possibilità di colloquiare anche a distanza di centinaia di chilometri attraverso i webinar, sono soltanto alcune delle realtà evolutesi a partire dalla ricerca di studiosi, fisici e scienziati come lo scozzese James Clerk Maxwell o il tedesco Heinrich Rudolf Hertz o ancora il russo Aleksandr Stepanovič Popov. Laddove costoro osservavano le proprietà fisiche delle onde radio, approfondendone le capacità scientifiche, il bolognese Gugliemo Marconi fu il primo, invece, a comprenderne le potenzialità!

A Pontecchio Bolognese il giovane Marconi creò un primo prototipo di ricevitore di onde elettromagnetiche dimostrandone il funzionamento anche a distanza di diversi metri. Nel 1896 Marconi presentò a Londra il primo brevetto di telegrafo senza fili, ovverossia l’antesignano della radio.

Non molti anni dopo, vennero trasmessi i primi segnali dalla Francia agli Stati Uniti, facendo meritare al giovane Marconi il Premio Nobel nel 1909. Nel giro di pochissimi decenni, questo oggetto guadagnò sempre maggiore spazio nella vita quotidiana soprattutto nel corso delle due grandi Guerre. Contemporaneamente si assiste anche all’evoluzione estetica dell’apparecchio, per anni considerato l’oggetto che si apriva al mondo esterno. Il grosso elemento di legno, a volte anche ingombrante, degli anni’30 e ’40 dello scorso secolo, con l’invenzione dei transistor (alla fine degli anni ’40) e la sostituzione degli ingombranti tubi elettronici particolarmente dispendiosi, inizia a ridursi di volumetria. Alla fine degli anni ’50 assistiamo, così, allo studio di oggetti di design che colloquiano anche con la tecnologia. A tal proposito ricordiamo, ad esempio, l’importante collaborazione tra due figure di alto rilievo nel campo del design italiano: Marco Zanuso e il tedesco Richard Sapper. Grazie alle sue geniali idee innovative, l’architetto, urbanista e designer Zanuso ha contribuito in maniera prorompente nel dibattito del “Movimento Moderno” post bellico. Lo stesso Sapper, grande designer nato a Monaco ma vissuto quasi sempre in Italia, ha contribuito alla realizzazione di tanti oggetti innovativi caratterizzati dalla purezza delle forme legate alla evoluzione tecnologica. Grazie alla loro geniale progettualità, i due realizzarono numerosi oggetti di design tra i quali uno fra i primi prototipi di radio portatile: la radio “Cubo” (ts 522).

La caratteristica più sorprendente di tale oggetto è il colore: se le radio di allora erano per lo più di un color neutro, grigio, la radio Cubo presentava, per la prima volta, un cromatismo acceso, un colore rosso-antracite. La forma stessa, inoltre, risultava davvero inusuale, rivoluzionaria per l’epoca. Il progetto, stilato quasi 60 anni fa nel 1962, venne realizzato e commercializzato 2 anni dopo dalla Brionvega. Il genio creativo dei due progettisti si evidenzia anche nell’utilizzo del materiale, la plastica colorata, e nella forma: due scocche cubiche, arrotondate sugli spigoli, che risultano incernierate tra di loro creando un oggetto a forma di parallelepipedo che può aprirsi e chiudersi. Tutti i cavi di collegamento sono ben nascosti all’interno delle cerniere poste tra i due quadrotti. Quello di destra contiene, inoltre, gli stadi di alta frequenza, mentre quello di sinistra l’altoparlante e gli stadi di bassa frequenza. Munita di maniglia applicata sul cubo di sinistra, di un’antenna sfilabile sulla destra, è dunque una radio portatile con una forma leggera, stravagante, dal design molto accattivante e innovativo. La radio Cubo rappresenta una delle più alte espressioni della progettualità e del grande cambiamento che contraddistingue il design in un periodo davvero florido per l’Italia, a cavallo tra gli anni ’50 e gli anni ’60 dello scorso secolo. Negli anni la semplice ed essenziale forma della radio, molto amata dagli italiani, è rimasta sempre la stessa, mentre è cambiata, ovviamente la tecnologia interna. La versione del 1962, infatti, non aveva né la predisposizione per le cuffie, né le prese per l’alimentazione; queste due ultime compaiono negli anni ’70, con una novità: la possibilità di scelta di una maggiore gamma di colori sempre sgargianti. Negli anni successivi, poi, con il progresso tecnologico, la radio Cubo ha continuato a mantenere la sua accattivante forma con colori sempre più vari e con la sigla TS522D+, aprendosi, però, al Digital Audio Broadcasting (DAB+) e consentendo anche il collegamento Bluetooth con altri dispositivi. Si presenta anche con un piccolo telecomando con un ampio display digitale. Interessante oggetto di design innovativo per l’epoca, è esposto al MoMA di New York, alla Triennale di Milano e in numerosi altri musei d’arte moderna come quello di Osaka, San Paolo e La Jolla. Icona del Made in Italy, la radio Cubo risulta, nonostante i suoi quasi 60 anni, un pratico oggetto di design ancora oggi molto apprezzato in tutto il mondo.

