I grandi attori napoletani non protagonisti: Enzo Cannavale

-di Giuseppe Esposito-

Napoli è stata sempre una fucina di attori di teatro e di cinema. Il numero degli attori partenopei che hanno popolato gli schermi di cinema e televisione e che hanno calcato le tavole dei palcoscenici è elevatissimo, soprattutto quelli della generazione dei De Filippo, Totò, Taranto, Giuffrè. Ma accanto a questi, altrettanto numerosa è la schiera dei caratteristi, degli attori non protagonisti, ma indispensabili; di quegli attori di cui i protagonisti non avrebbero mai potuto fare a meno per esistere essi stessi.

Questa categoria, a Napoli, è assai nutrita, basti ricordare personaggi come Tina Pica, Giacomo Furia (il Pinturicchio della banda degli onesti), Ugo D’Alessio, Gigi Reder (il Filini dei film di Fantozzi), Pietro De Vico, Enzo Turco, Dolores Palumbo, Franco Sportelli, Agostino Salvietti ed infiniti altri.

Il motivo di una così larga messe di attori di ogni categoria in quel di Napoli è forse quello spiegato da Eduardo in una sua poesia:

Napule è nu paese curiuso,

è nu teatro sempe apierto.

Ce nasce gente ca, senza cuncierto,

scenne p’’e strate e sape recità.

Nun ‘o fanno apposta, ma pe lloro

‘o panorama è ‘na scenografia,

‘o popolo è na bella cupagnia.

Molti di questi attori non protagonisti non avevano nemmeno frequentato accademie ma avevano calcato le tavole del palcoscenico fin dalla più tenera età e, in alcuni casi, neanche questo. È il caso di Enzo Cannavale.

Enzo Cannavale nacque a Castellammare di Stabia il 5 aprile 1928, primo di quattro figli. Fino all’età di trent’anni faceva l’impiegato alle poste. Poi un giorno del 1958, adocchia sul quotidiano “Il Giornale” di Napoli, un annuncio pubblicato da Eduardo De Filippo che cercava, per la sua compagnia attori non più giovani. Enzo è tentato, ma esita. A vincere la sua titubanza è Giuseppe Anatrelli, suo amico ed attore. Il giorno convenuto, Enzo si presenta al San Ferdinando per il provino. Gli assegnano un brano che doveva interpretare insieme ad altri due candidati, Nello Ascoli ed Elisa Valentino.Eduardo non è presente, ma, forse per non intimidire i candidati,  segue i provini di nascosto. Alla fine Cannavale è congedato con un laconico: “Vi faremo sapere”.

Ovviamente, Cannavale è piuttosto scoraggiato e col passare  dei giorni la convinzione di essere stato scartato si fa sempre più concreta. Invece un giorno gli giunge una lettera per la convocazione  in teatro per un secondo provino, quello definitivo. Stavolta Eduardo è presente ed alla fine delle audizioni convoca i candidati. Li ringrazia tutti e spiega loro che deve sceglierne uno solo di essi. Poi, col dito indica Enzo.

Fu l’inizio di una carriera durata tutta la vita.

Per il grande Eduardo, Cannavale nutriva una profonda stima e lo difendeva da quei giudizi che lo definivano burbero e freddo. In Eduardo, spiegava, l’artista superava l’uomo e con i suoi attori era assai convincente facendo loro capire il giusto modo di interpretare la propria parte, anzi  interpretando egli stesso i vari ruoli, anche quelli femminili, dando così suggerimenti per il ruolo.

Un anno dopo l’ingresso in compagnia, Enzo riceve la proposta di girare un film con lo stesso Eduardo. Si trattava di Sogno di una notte di mezza sbornia, girato all’interno del San Ferdinando. Dopo questo primo film, Cannavale si dedica al cinema, forma che  egli giudicava più fredda per l’assenza del pubblico, ma più semplice, potendo rimediare agli eventuali errori.

Con quel film aveva preso l’avvio la sua carriera che lo porterà a lavorare coi più importanti attori e registi del panorama italiano dell’epoca. Fu accanto a Totò, Sophia Loren,  Bramieri e Manfredi. Negli anni Ottanta arriva la serie dei polizieschi inaugurata con Sgarro alla camorra, film interpretato da Maro Merola. Di quella esperienza Cannavale ebbe a dire –Divertente. Ma Merola non si impegnava, recitava a braccio.- Era rimasto in pratica alla sceneggiata. Dopo il primo segue una serie di film  accanto a Tomas Milian, a Bombolo ed infine le commedie sexy con Edwige Fenech, infine l’incontro con Bud Spencer ed il ruolo del maresciallo Caputo in un gran numero di pellicole.

Negli anni Ottana arriva la svolta e Cannavale recita in film di grande successo, é accanto a Massimo Troisi in Le vie del Signore sono finite, del 1987. Interpreta poi 32 dicembre di Luciano De Crescenzo che gli varrà il suo primo “Nastro d’argento”.

Infine, il film che gli è stato più caro, Nuovo cinema Paradiso, di Giuseppe Tornatore premiato con l’Oscar per il miglior film straniero nel 1989. Vi furono poi i film con la Wertmuller, Nanni Loy, Marco Ferreri, fino al ritiro dalle scene e la vita nella sua casa di Napoli.

La morte lo ha colto il 18 marzo 2011. Per ricordarlo il Comune di Napoli ha fatto piantare un albero in piazza Carolina, alla cui base e fissata una targa su cui si legge:

All’uomo e all’attore Enzo Cannavale. 1928 – 2011. Ass. Plebiscito& Dintorni

 

 

Giuseppe Esposito

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