Hanry e Maghan, la favola di cui abbiamo bisogno

-di Clelia Pistillo-

Per giorni si è parlato  dell’intervista rilasciata da Harry e Meghan, i duchi del Sussex, alla conduttrice Oprah Winfrey; intervista molto attesa, che in Ighilterra è stata trasmessa lunedi mentre negli Stati Uniti la sera precedente per approdare in  Italia, martedì 9 marzo, in prima serata.

Com’era prevedibile, il giorno successivo alle shockanti dichiarazioni dei duchi del Sussex, la stampa inglese è apparsa schierata in modo eclatante e compatto a difesa della Casa Reale. Reazione del tutto comprensibile se si considera che tra la “Ditta” e i media britannici esiste un rapporto simbiotico per cui l’una si regge sull’altra, l’una non esiste senza l’altra,  Simul stabunt simul cadent.

Del tutto in controtendenza le reazioni dei media americani, i quali hanno appoggiato le posizioni dei giovani duchi. A congratularsi con la coppia è stato addirittura il neoeletto alla Casa Bianca Joe Biden che, tramite la sua portavoce Jen Psaki, ha fatto sapere di aver apprezzato il coraggio mostrato dalla coppia nell’aver deciso di raccontare vicende cosi personali e per aver acceso i riflettori su un tema molto importante come quello del suicidio, ancora considerato un tabù.

Su questo punto si è espresso il New York Times, riportando il parere della psicoterapeuta Stacey Freedenthal secondo la quale le dichiarazioni della Markle potrebbero rivoluzionare il modo in cui affrontiamo questo argomento, eliminando lo stigma. Sostiene la Freedenthal: “Nessuno è immune dal rischio del suicidio, sia che viva a palazzo o in povertà.”

Altro tema importante sviscerato nel corso dell’intervista è quello del razzismo. Sembrerebbe infatti che alcuni membri della casa reale, nei mesi precedenti alla nascita del piccolo Archie, fossero apparsi preoccupati per il colore della pelle del bambino. Le accuse di razzismo però non sarebbero rivolte solo alle Casa Reale ma anche alla stessa stampa inglese, che nei confronti della Markle non ha mai risparmiato, nel corso degli anni, campagne denigratorie.

In seguito all’intervista si è infatti aperto un dibattito che ha indotto la Società degli editori britannici a diffondere un comunicato per respingere tali accuse e nel quale si precisava che ”la stampa inglese non è prevenuta e bigotta”, salvo correggere il tiro con un più diplomatico “c’è ancora tanto lavoro da fare per migliorare diversità e inclusione” in seguito ad una lettera aperta da parte di 60 giornalisti che contestava tale comunicato. Infatti nel Regno Unito mancherebbe, nei ruoli apicali, la rappresentanza di etnie diverse e il 94% dei giornalisti è bianco. Ne sa qualcosa Piers Morgan, licenziato per aver affermato di non credere ad una singola parola di Meghan Markle.

Harry ha inoltre accennato ad un patto invisibile tra la stampa e la Casa Reale per cui se si cerca di sfuggire alla copertura mediatica si viene preso di mira e il tragico epilogo della compianta Diana ne è probabilmente l’esempio più lampante. L’accanimento da parte della stampa nei confronti della coppia è proseguito anche dopo un anno dal loro trasferimento negli USA.

Qualche tempo fa,  il Times Of London ha formulato accuse di bullismo nei confronti dell’ex attrice che avrebbe abusato della propria posizione nei confronti di un membro dello staff di corte. Al di là della (in)fondatezza della vicenda, lascia pensare il tempismo delle accuse, se consideriamo che negli stessi giorni era emerso un report che inchiodava il Principe Andrea nell’ambito del caso Epstein, nel quale risulta implicato. Forse un tentativo di distrazione?

Al momento l’opinione pubblica è divisa tra i sostenitori e i detrattori della coppia separatista. In particolare l’attenzione è rivolta su Meghan Markle. Ma, oltre i pregiudizi, cosa sappiamo davvero su questa donna?

Meghan Rachel Markle, nata a Los Angeles dal secondo matrimonio del padre con una donna afroamericana, è conosciuta per il suo ruolo da protagonista nella fortunata serie tv Suits, icona di stile, appassionata di moda e seguitissima anche sul suo blog “the Tig”, blog che utilizzava per veicolare anche messaggi sull’indipendenza femminile, sull’immigrazione e contro la segregazione razziale.

Chi la conosce sin da giovanissima la descrive come una giovane di indole ribelle, impegnata a dare una mano nelle mense dei poveri di Los Angeles e ad organizzare cortei contro la guerra del Golfo. È sostenitrice dei BLM e dei Democratici e non ha mai fatto mistero della sua antipatia verso Trump, da lei spesso definito -misogino e divisivo-.

Sappiamo che a soli 11 anni si è battuta contro uno spot dal chiaro contenuto sessista, un video che ancora gira sul web e che risale al 1993 mostra la Markle impegnata ad argomentare la sua posizione a favore della parità di genere. Lo spot in questione recitava –Il sapone è pratico e maneggevole perché le donne di tutta America stanno combattendo contro pentole e padelle unte.- Dopo una serie di lettere di protesta da parte della piccola Markle, indirizzate all’azienda produttrice e all’ allora first lady Hilary Clinton, nel giro di pochi giorni venne rimosso dallo spot il riferimento al solo pubblico femminile.

Un impegno quello per la parità di genere portato avanti dalla Markle nel corso degli anni sino ad essere invitata nel 2015 alle NU a parlare di uguaglianza di genere, diventando anche ambasciatrice in Canada di un’associazione che si batte per migliorare l’accesso alla scuola e alla sanità nei paesi in via di sviluppo. Una donna che ha sempre detto la sua, libera e indipendente, che prima del matrimonio col rampollo di casa Windsor aveva già accumulato un patrimonio di 6 milioni di dollari.

Un profilo sicuramente diverso da quello della cognata Kate Middleton e, sebbene con molte affinità, neanche sovrapponibile a Diana con le quali però è stata ingiustamente messa a confronto. È facile comprendere che Harry si sia innamorato di una donna che con lui ha tante ha tante cose in comune, l’amore per l’impegno umanitario, un carattere vivace ed una spiccata sensibilità ed abbia visto in lei “un’opportunità” per esprimersi finalmente come fino ad oggi non aveva mai potuto fare, intrappolato nei rigidi schemi del palazzo.

“Lei mi ha salvata”, le bellissime parole pronunciate da Herry in chiusura dell’intervista.

Insomma una storia con un finale degno di una fiaba, ma di solito nelle favole è l’uomo che salva la donna e a parti invertite non avremmo mai pensato ad Harry come un arrivista, un calcolatore o un arrampicatore sociale perché in una società troppo declinata al maschile non siamo ancora pronti ad accettare che sia una donna a salvare un uomo. Non sono pronti gli uomini, non lo sono neppure le donne ed è questo l’insormontabile limite che dobbiamo oltrepassare.

Abbiamo bisogno di scrivere nuove favole.

“File:Prince Harry and Meghan Markle.jpg” by Mark Jones is licensed with CC BY 2.0. To view a copy of this license, visit https://creativecommons.org/licenses/by/2.0

Clelia Pistillo

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