Una storia d’altri tempi: il bimbo salernitano miracolato dalla difterite
Siamo nel 1957, periodo in cui a Salerno morirono molti bambini di difterite.
Luigi Perrotta ha appena tre mesi di vita quando gli fu diagnosticata proprio la difterite. Entrò in coma, per lui non c’era più niente da fare, il dottore del nosocomio salernitano invitò i genitori a riportare il bimbo a casa affinché gli fosse consentito di ricevere il sacramento del battesimo. Il bambino fu visitato anche dal dr Noschese che confermò la nefasta diagnosi. Il parroco, Padre Roberto, chiamò per avvisare che non sarebbe riuscito a passare, trattenuto fuori città. I genitori, molto devoti, si raccolsero in preghiera affidando loro stessi il bimbo nelle mani della Madonna.
Fu allora che la madre del piccolo Luigi, nel momento di dolore più grande si rivolse, nell’intimità della preghiera, alla Madonna di Pompei: se il bambino fosse riuscito a superare questo momento, pur dandolo tutti per spacciato, sarebbe stato battezzato a Pompei, nel Santuario della Beata Vergine del Rosario, luogo che ella stessa avrebbe raggiunto a piedi.
Il giorno dopo Luigi aprì gli occhi. Il bambino verrà battezzato nel Santuario di Pompei divenendo “figlio della Madonna” e la madre del piccolo raggiungerà Pompei a piedi.
Ancora oggi, Luigi Perrotta, titolare di una nota ed apprezzata macelleria in via Vernieri, nel rione Carmine, racconta con grande commozione e fede l’episodio che lo vide protagonista. Da sempre Luigi, recandosi al santuario, avverte una sensazione di freddo e di protezione che lo sostiene e lo rassicura.
