8 Marzo. Festa della donna: bilancio privato o sociale?
-di Claudia Landolfi-
Un giorno inflazionato di immagini, l’otto marzo. Fiori, icone femminili, simboli, stickers, meme fioccano come la neve nell’etere. Frasi famose di donne di cui sappiamo poco e niente.
Con il passare degli anni si è rinunciato al significato collettivo e univoco della commemorazione di questa cruciale (da crucis) data. Del resto, non è un giorno liberatorio di per sé. E così l’otto marzo ha assunto varie sfaccettature che hanno portato a differenziazioni nel modo di intendere questa giornata, nel modo di viverla.
Quando eravamo più spensierate ed era possibile uscire per divertirsi, ci davamo appuntamento all’otto marzo per competere tra di noi e decretare il modo giusto di festeggiare: “spogliarello sì o spogliarello no?”, lasciando, da un lato, intatto il legame con gli interrogativi intorno alla sessualità e, dall’altro, consentendo divisioni tra donne “per bene” e donne “per male” piuttosto che rivendicare qualche diritto in più.
I tanti movimenti rosa e viola hanno moltiplicato i fronti e fatto emergere sensibilità il più delle volte inconciliabili, fino all’atomismo, e forse solo il movimento LGBTQ ha creato uno spazio trasversale per ridiscutere la condizione di genere oggi. Può accendere, o potrebbe, o dovrebbe accendere una fiamma di orgoglio e di amore di sé dalla quale far scaturire, questo sì, una trasformazione, almeno individuale.
Si impara ad accontentarsi e a farsi forza a partire da pochi segnali: un piccolo, ma non sempre garantito, sollievo lo offrono i libri di testo scolastici dove cominciano ad aumentare i nomi femminili da ricordare quando si parla di storia, di filosofia, di cammino dei diritti.
Eppure è una festa riconosciuta pubblicamente: un ossimoro. Vivetela pure, donne, pubblicamente, ma ricordate di renderla una questione morale, privata, senza conseguenze sugli equilibri con l’altro genere. Allora sì, che funziona: ricordate donne di sentirvi per oggi invincibili, superiori moralmente, anche più belle perché no, ma non dimenticate i consigli che oggi l’assistente di google vi suggerisce su come cucinare i “cupcakes mimosa”.
Disegno a cura di Claudia Landolfi
