Il nuovo social open source e decentralizzato che fa paura a Twitter.
Il Social Mammut che farà tremare l’uccellino. È appena nato e già dal nome appare minaccioso Mastodon l’alternativa open source che vuole fare paura a Twitter. Ma che significa Open Source e perché potrebbe impensierire il gigante californiano delle news e del micro blogging? Open source significa essenzialmente gratuito.
Per chi si lamenta della pubblicità assordante la comparsa di nuovi social, piattaforme e software liberi potrebbe essere la panacea di ogni male. Fra sponsorizzazioni e pubblicità invadenti, senza dimenticare attacchi alla privacy e fastidiosissimi banner dei più conclamati social quali Facebook, Twitter e Instagram, molti utenti sono stufi. Tutto è diventato un’immensa macchina per fare soldi ed è più difficile rimanere aggiornati su ciò che realmente ci interessa.
Per colmare i vuoti di quella ampia fetta di utenti che pian piano ha lasciato Facebook e cerca un orientamento più focalizzato, più attento, più sociale. Si cercava un software indipendente e decentralizzato che permettesse un’attività di free microblogging, libera da tutti i tabù e i canali di trasmissione che invece caratterizzano altri social. Ecco come nasce Mastodon.
Ma che cos’è Mastodon, il social che sta prendendo adesso e creato da Eugen Rochko nel 2016?
È una rete sociale libera fatta di tanti snodi cosidette “Istanze”, per per intenderci, persone, utenti, organizzazioni – interconnesse fra loro. Ogni utente di Mastodon può collegarsi a un’istanza e ospitare nel proprio snodo server. Gli utenti dei server possono interagire fra loro e fanno parte dell’ampissimo fediverse, cioè l’insieme dei server federati usati per la pubblicazione web che comunicano l’un l’altro. Detto così sembrerebbe di difficile comprensione, ma basta immaginare tante isole collegate fra di loro formanti a loro volta grandi e piccoli arcipelaghi.
“Un’alternativa decentrata alle piattaforme commerciali, evita il rischio che una singola azienda monopolizzi la vostra comunicazione”. Questa la presentazione che campeggia sulla home del sito. Mastodon consente agli utenti di creare un account, seguire gli altri e pubblicare aggiornamenti di stato chiamati “Toots”. È come Twitter quindi, ma non del tutto. Perché offre migliori controlli sulla privacy con la possibilità di rendere privati i messaggi, i caratteri a disposizione sono ben 500 e non 140 e ha un’interfaccia più intuitiva. Inoltre, sono banditi tassativamente dal social neonazisti, razzismo, sessismo ed “eccessiva pubblicità”.