La nascita dell’automobile: 29 gennaio 1886

-di Giuseppe Esposito-

L’ultimo scorcio del XIX secolo è stato un periodo di grande effervescenza. I progressi in campo scientifico e tecnologico avevano fatto nascere la seconda rivoluzione industriale e la nascita della fabbrica aveva generato la formazione della classe operaia, favorendo un’evoluzione anche della società. Essa fu attraversata da un generale ottimismo e segnata dalla fede in un futuro migliore e dalla certezza che l’umanità fosse destinata a quelle magnifiche sorti e progressive, termine di coniazione leopardiana, ma declinato con accezione positiva.

L’evoluzione della chimica, l’introduzione dell’elettricità e l’inizio dello sfruttamento del petrolio avevano creato una certezza in un progresso inarrestabile e, coloro che riponevano le proprie speranze nelle idee del socialismo, cominciavano a riscuotersi da un atavico torpore e dalla rassegnazione al proprio ruolo eternamente subalterno credendo prossimo a sorgere quel sol dell’avvenire, foriero di una società finalmente più giusta. In questo particolare clima qualcuno ebbe il compito di redigere il certificato di nascita dell’oggetto che più di ogni altro avrebbe dato ulteriore impulso ai cambiamenti della società e dell’industria: l’automobile.

Tale incombenza fu assolta dall’Ufficio Brevetti del Reich di Berlino che ne rilasciò uno al giovane ingegnere Karl Benz per la sua Patent Motorwagen, un veicolo spinto da un motore alimentato a gas. Era il 29 gennaio 1886.

Il veicolo realizzato da Benz sfruttava le precedenti esperienze di Nikolaus August Otto che aveva messo a punto un motore a combustione interna a quattro tempi, costruiti nella fabbrica fondata a Colonia, col nome di Deutz Gasmotorenfabrik AG e nella quale lavoravano anche Gottlieb Daimler e Wilhelm Maybach, nomi che ritroveremo nel futuro sviluppo dell’automobile. E proprio l’idea di puntare sui motori Otto fa del modello di Benz il primo prototipo di veicolo automobile.

La gestazione del motore di Otto era iniziata un centinaio di anni prima con la realizzazione di alcuni prototipi di veicoli semoventi,  spinti da motori alimentati a vapore. I primi motori a combustione interna videro invece  la luce alla metà dell’Ottocento ad opera di pionieri quali lo svizzero Isaac de Rivaz, il belga Jean Joseph Etienne Lenoir e l’austriaco  Siegfried Marcus ed erano montati su piccoli veicoli non in grado di trasportare persone. Quello messo a punto da Nikolaus Otto fu il primo ad avere un vero sviluppo ed una applicazione su scala industriale.

Il brevetto  rilasciato a Karl Benz recava  il numero 37435 ed è oggi conservato negli archivi della Daimler a Stoccarda. Quel documento nel 2011 è stato inserito dall’UNESCO nell’Elenco delle Memorie del Mondo.

Oggi il marchio Mercedes-Benz è universalmente noto e potrebbe rappresentare l’automobile per antonomasia. Esso nasce dalla fusione della Daimler Motoren Gesellschaft (che a partire dal 1902 prese a utilizzare il nome Mercedes per le sue vetture) con la Benz & Cie, fondata dall’ingegner Karl Benz alla fine dell’Ottocento.

Prima di Benz nessuno aveva mai pensato di montare sullo stesso telaio tubolare un carburatore, i sistemi per il raffreddamento ad acqua del motore, l’accensione elettrica e il sistema sterzante della vettura, oltre al sedile che poteva alloggiare dei viaggiatori. Quel primo modello rimase in produzione fino al 1894. Poi l’azienda elaborò dei nuovi modelli.

La Patent Motorwagen era in pratica un triciclo poiché i tentativi di Benz di creare una vettura a quattro ruote erano naufragati contro le difficoltà di realizzare un sistema sterzante per l’asse anteriore. Fu deciso così di ripiegare su una sola ruota sterzante posta in avanti e di dimensione ridotta rispetto a quelle posteriori. L’idea di partenza era stata quella di realizzare atto a muoversi autonomamente, in grado di trasportare persone, ma più leggero e maneggevole di quanto non fossero state le vecchie vetture a vapore. Il motore a combustione interna, montato su quel primo modello, aveva la potenza di 0,75 CV, cioè di 0,55 kW ed era dotato di valvola di aspirazione automatica, di valvola di scarico controllata, di accensione elettrica ad alta tensione tramite candela e di un sistema per raffreddare l’acqua a termosifone.

La presentazione al pubblico avvenne nel luglio del 1866 e la sua forma spartana, confrontata con i lanci odierni di nuovi modelli fa sorridere. In pratica Benz si limitò a fare alcuni brevi giri a bordo della sua vettura, nei pressi della sede della Benz & Cie. Rheinische Gasmotorenfabrik, sulla Ringstraße di Mannheim. I passanti furono certamente stupiti, ma la cosa più divertente fu il vedere il figlio di Karl, Eugen costretto a rincorrere a piedi la vettura per effettuare i rabbocchi di carburante poiché il veicolo era privo di un vero e proprio serbatoio di benzina.

Tuttavia l’accoglienza si rivelò, alla fine, piuttosto tiepida. La cosa colpì negativamente la moglie di Benz, Bertha, che decise di mettere in atto un gesto dimostrativo per convincere il pubblico della praticità ed utilità dell’uso della vettura. Bertha, in compagnia dei due figli Eugen e Richard, intraprese a bordo della Patent Motorwagen il viaggio da Mannheim fino a Pforzheim, coprendo una distanza di ben 180 chilometri in dodici ore e su strade in gran parte sterrate e quindi poco adatte all’impiego dell’automobile. Il gesto ebbe l’effetto voluto e fece piovere numerose prenotazioni, spingendo la crescita dell’azienda che divenne, in breve tempo la più grande fabbrica di automobili del mondo.

Giuseppe Esposito

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