24 gennaio, San Francesco di Sales, protettore dei giornalisti: il Papa invita ad una comunicazione vera
Il Messaggio per la 55ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali si concentra sul tema “«Vieni e vedi». Nel giorno dedicato a San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti il Papa riparte da quell’invito che, nel Vangelo di Giovanni, Filippo rivolge a Natanaele – “Vieni e vedi” . Di qui l’importanza di una ” conoscenza diretta”, perché “nella comunicazione nulla può mai completamente sostituire il vedere di persona”. E’ questo un invito che il Papa suggerisce al mondo dei media, dai giornali al web, alla comunicazione politica e sociale per evitare una comunicazione preconfezionata, “senza uscire mai uscire per strada” per incontrare le persone e verificare.
E, riferendosi alle difficoltà causate dalla pandemia il Papa ha esortato a raccontare anche le vicende delle popolazioni più povere.
I giornalisti devono dunque abbandonare l “la comoda presunzione del ‘già saputo’”, evitando “giornali fotocopia” con “una informazione preconfezionata, ‘di palazzo’. “sempre meno riesce a intercettare la verità delle cose e la vita concreta delle persone, e non sa più cogliere né i fenomeni sociali più gravi né le energie positive che si sprigionano dalla base della società”. “La crisi dell’editoria”, per Papa Francesco” rischia di portare a un’informazione costruita nelle redazioni, davanti al computer”, “senza più ‘consumare le suole delle scarpe’”.
“Se non ci apriamo all’incontro – prosegue il Papa – rimaniamo spettatori esterni, nonostante le innovazioni tecnologiche che hanno la capacità di metterci davanti a una realtà aumentata nella quale ci sembra di essere immersi”.
In riferimento all’emergenza Covid Papa Francesco si chiede “Chi ci racconterà l’attesa di guarigione nei villaggi più poveri dell’Asia, dell’America Latina e dell’Africa?”. “non fanno troppa notizia le persone che, vincendo la vergogna, fanno la fila davanti ai centri Caritas per ricevere un pacco di viveri”. Le differenze economiche rischiano quindi di segnare l’ordine della distribuzione del vaccino anti-Covid, con i poveri sempre ultimi e “il diritto alla salute per tutti affermato in linea di principio” ma “svuotato della sua reale valenza”.
Dal cuore del Papa scaturisce anche un ringraziamento per il coraggio di tanti operatori della comunicazione. È merito di giornalisti, cineoperatori, montatori, che spesso rischiano nel loro lavoro, “se oggi – dice – conosciamo, ad esempio la condizione difficile delle minoranze perseguitate in varie parti del mondo; se molti soprusi e ingiustizie contro i poveri e contro il creato sono stati denunciati; se tante guerre dimenticate sono state raccontate”.
Nel Messaggio rivolto ai giornalisti ed a coloro che si muovono nel mondo della comunicazione il Papa dice “Apri con stupore gli occhi a ciò che vedrai, e lascia le tue mani riempirsi della freschezza della linfa, in modo che gli altri, quando ti leggeranno, toccheranno con mano il miracolo palpitante della vita”, parole che consigliava ai suoi colleghi giornalisti, il Beato Manuel Lozano Garrido, vissuto nel ‘900 e beatificato nel 2010.
“Non si comunica solo con le parole, ma con gli occhi, con il tono della voce, con i gesti”, dice Papa Francesco facendo riferimento al grande peso che la comunicazione non verbale ha nell’esperienza che facciamo della realtà, cita poi sant’Agostino che ricordava che “nelle nostre mani ci sono i libri, nei nostri occhi i fatti”, e il grande drammaturgo inglese William Shakespeare, ne Il mercante di Venezia, sul parlar all’infinito e senza dir nulla. Parole, assicura Francesco, che “valgono anche per noi comunicatori cristiani”.
Da qui la sfida che ci attende, “– di comunicare incontrando le persone dove e come sono”, “andare là dove nessuno vuole andare, a prenderci il tempo per capire”, “distinguere l’apparenza ingannevole dalla verità”.