Sui canali social di Inside Marketing, “L’icona David Bowie” a cura di Alfonso Amendola
“Un’analisi tra marketing e consumi culturali”- di Marianna Giugliano-
Il 14 gennaio in diretta sui canali social di Inside Marketing, giornale di marketing e comunicazione, si è parlato di David Bowie con la direttrice responsabile, Pina Meriano e l’ospite della puntata Alfonso Amendola (professore di Sociologia dei processi culturali e di Internet studies all’Università degli studi di Salerno).
L’idea – commenta Alfonso Amendola – è quella di ripercorrere l’opera di David Bowie al di là della musica. Un viaggio analitico e al contempo emozionante. Una ricostruzione di un immaginario in forma di racconto per ritrovare, ancora una volta, il Duca Bianco nelle sue tante trasformazioni. Un racconto immerso in una forte componente interdisciplinare in grado di spaziare dalla biografia del personaggio alla moda, dai testi ai video, dalla sessualità alla letteratura, dal marketing al cinema, dal teatro al fumetto.
David Bowie è uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi che ha saputo stare al passo con i tempi in maniera costante, senza mai risultare banale: –Time may change me, but I can’t trace time- è sempre stato il suo motto.
Per parlare di David Bowie occorrerebbe fare un lungo percorso a 360 gradi che spazia dall’arte alla scrittura, dalla musica alla moda soprattutto, senza tralasciare l’influenza che sicuramente ha avuto in settori come quello della comunicazione e del marketing e, più in generale, dei consumi di massa.
Sicuramente in Bowie ritroviamo una costante visione del divismo, lui che col concetto di divismo è stato in grado di “giocarci”, creando attorno al proprio personaggio una continua riflessione; un divismo che ha sviluppato attraverso una continua sovrapposizione di canoni, all’insegna di un’iconografia innovativa e tradizionale tanto da rendere se stesso un personaggio a dir poco unico. Bowie è stato consacrato continuamente come una grande icona che, a differenza dei divi del Novecento, non è monodimensionale ma pluridimensionale. L’idea di divismo di Bowie è duplice: da un lato ripercorre la tradizione novecentesca del divo, dall’altro la reinventa continuamente con gli strumenti della propria contemporaneità fino a rendere il tutto estremamente personale.
Bowie è stato uno dei primi a comprendere immediatamente il valore della cultura digitale come logica di mercato, tanto da creare il suo primo provider Bowie.net (oggi leggibile all’interno del sito ufficiale www.davidbowie.com), in modo da posizionarsi immediatamente nel digitale all’alba del Ventunesimo secolo.
Oltre a ciò David Bowie è stato anche molto attento alle logiche della finanza: basti pensare che nel 1997 nascono i Bowie Bonds, delle vere e proprie azioni, obbligazioni emesse basandosi sui guadagni degli album del cantante, che gli garantirono una rendita ulteriore rispetto a quella prevista.
Possiamo dire che Bowie sia stato oltre che un cantante/attore, un vero e proprio imprenditore: infatti, anche in uno speciale dedicato a lui su Forbes, fu classificato come un imprenditore lungimirante che ha saputo cogliere le prospettive dell’era di Internet.
“Sono una persona che può assumere le sembianze delle persone che incontro. Sono un collezionista che raccoglie personalità e idee.” (David Bowie)
