La Lampada Eclisse di Ludovico Magistretti: la magia lunare in una stanza
Il “lighting design”, ovvero la progettazione nel campo dell’illuminotecnica fondata sullo studio e la realizzazione della luce artificiale o naturale o ancora misto naturale e artificiale, ha lungamente affascinato numerosi architetti e designer capaci di coglierne le potenzialità intrinseche per fini urbanistici, artistici, ma anche per lo spettacolo, nei teatri o nei musei, o ancora semplicemente per l’utilizzazione domestica. Lo studio della luce nell’ambito del design è, quindi, un elemento di grande importanza poiché la luce è essa stessa “elemento” che interagisce con gli altri elementi illuminati. Il discorso vale, ovviamente, sia per gli ambienti di un appartamento, di un locale commerciale o di uno studio, sia per gli spazi urbani come una strada, una piazza o l’illuminazione di un palazzo o di una chiesa. La luce diviene, quindi, uno strumento espressivo fondamentale e i lighting designer rivolgono la loro attenzione a una progettualità che concretizza la ricerca e l’analisi approfondita delle fonti luminose. Uno dei padri del cosiddetto “Italian-Style”, designer e architetto italiano di grande spessore che ha rivolto il proprio lavoro anche allo studio della luce, è Ludovico Magistretti. Nel campo del design della luce artificiale ha realizzato, verso la metà dello scorso secolo, numerose lampade tra le quali la più famosa e, forse, anche la più conosciuta è la Eclisse.
“Penso che chi ha inventato l’ombrello sia straordinario, è l’oggetto che io vorrei aver disegnato più di tutti. Invece, ho finito per disegnare quella scemata di lampada, l’Eclisse, che però dura ancora, perché ha segnato, anche con le scottature delle dita, qualche generazione. Questa è una bella soddisfazione, ti dà il senso dell’oggetto prodotto perché, evidentemente, rispondeva ad una qualche necessità che non aveva niente di stilistico.” Con questa simpatica riflessione Magistretti commentava proprio il corpo illuminante da lui realizzato nel 1965 per Artemide e portato in commercio dal 1967. La lampada, le cui dimensioni sono minute con un’altezza di 18 cm e un diametro base di 12 cm, di sicuro è uno dei prodotti di disegno industriale più rilevanti del XX secolo, simbolo del Design Italiano.
La lampada, per l’epoca assai stravagante, è destinata a un uso da tavolo ed è caratterizzata da una luce diretta oppure diffusa. Il corpo illuminante consente all’utilizzatore, difatti, di oscurare in parte o totalmente la fonte di luce, grazie ad una particolare e geniale composizione essenziale di figure geometriche: una semisfera che è riprodotta tre volte, due verticali che scorrono su di un perno centrale e la terza orizzontale che funge da base, le tre semisfere simulano l’eclissi della Luna allorquando il cono d’ombra della terra si proietta in maniera totale o parziale sul nostro stellite.
Riproduce l’immagine delle fasi lunari dalla sfera piena, passando attraverso spicchi intermedi, all’eclissi totale. Molto originale nella forma e nell’uso stesso, dunque di grande novità, nell’ambito delle lampade da tavolo, di alto valore progettistico ed estetico, la Eclisse riceve subito il Premio Compasso d’oro, nel 1967 (uno dei più alti riconoscimenti d’Europa nel settore del design) e L’Associazione per il Disegno Industriale (A.D.I.) conserva la lampada come tutte le realizzazioni di design vincitrici che rappresentano il patrimonio culturale, ideale e materiale da valorizzare della Collezione Storica del Compasso d’oro. In ultima analisi, la Eclisse è parte integrante di numerose collezioni permanenti tra le quali la fondazione Studio Museo Magistretti, il Museum Of Modern Art di New York, l’Israel Museum , la Galleria d’Arte Nazionale Moderna a Roma.
