Nessuno escluso

La comunicazione istituzionale nelle ultime ore l’ha fatta grossa, per usare una terminologia edulcorata.

Due sono le immagini contrastanti che si sono presentate ai nostri occhi nelle ultime ore: il drammatico ritrovamento di un cadavere all’interno dei servizi igienici dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, dall’altro lato gli abitanti di via Marina, a Napoli sempre, si ritrovano una nuova installazione artistica il cui claim è NESSUNO ESCLUSO.

Ora è chiaro a tutti che la coincidenza delle due immagini contrastanti non è stata di certo voluta da nessuno, ma da cittadino napoletano, e non solo, pensare che in città, in un momento così drammatico ed ambiguo, siano queste due foto a raccontare quello che succede, è imbarazzante.

Da una parte il dramma della pandemia con tutte le sue complicazioni che rivela attraverso la follia di un deceduto all’interno di una struttura ospedaliera, ritrovato per caso, quello che stiamo vivendo; dall’altra parte vediamo che le istituzioni si preoccupano di commissionare un’opera d’arte che in qualche modo esalti il sentimento di inclusione e di solidarietà che dovrebbe unirci tutti.

Le domande da porsi sono troppe e scontate: era questo il momento di spendere dei soldi per una presunta opera d’arte? Perché la nostra regione non è considerata a rischio se una persona in ospedale non riesce a ricevere la dovuta assistenza perdendo addirittura la vita? File interminabili per poter accedere agli ospedali mentre i dati inviati al Ministro della Salute indicano che siamo pieni di posti letto liberi. Perché?

Premetto che non sono contro le opere d’arte, anzi sono convinto che servano per stimolare i sentimenti sopiti di ognuno e sono un modo per indurre alla riflessione. Come in questo caso.

Ma viviamo in un momento in cui c’è bisogno di solidarietà certo, ma soprattutto di senso pratico e i cittadini devono sentire le istruzioni al loro fianco. Ma così non è.

La delusione è tanta, il disamore per la politica impera, e la disaffezione per la propria terra rivela che il futuro è a rischio se i giovani non trovano un aiuto nella terra in cui sono nati.

Populismo? Banalità? Probabilmente è così, sono cose dette e ridette più volte e che continuiamo a ripetere, e queste sono le considerazioni semplicistiche ed ingenue che fanno i cittadini che votano e che contribuiscono a dare voce ad una classe politica disattenta. Io sono uno di questi, apprezzo populismo e semplicità, le osservo con attenzione e ne vado fiero, perché sono le cose semplici che arrivano dirette e condizionano nel bene e nel male le nostre azioni e le nostre riflessioni, ed hanno un peso sul popolo che può condizionare tutti.  Il vero dramma che mi inquieta in queste ore è che da anni io continuo a farmi sempre la stessa banale e semplice domanda e spero sempre che la mia risposta sia quella sbagliata: ma quando le cose cambieranno?

Umberto Mancini