L’Errore
La fotografia è informazione ed in tempi recenti ha assunto un valore sempre più importante nel ruolo della comunicazione. Non è una questione unicamente legata ai social e al potere che hanno assunto nel tempo, lʼimmagine arriva anche a chi non ha competenze o capacità per approfondire quello che gli succede intorno. La fotografia è diretta e non conosce mezzi termini: bella o brutta, emozionante o meno. Anche per questo quando si parla di fotografia d’arte, quasi sempre si fa riferimento al bianco e nero, difficilmente si usa la parola arte se i colori sono protagonisti di uno scatto.
Questo preambolo è necessario per capire che lʼunica cosa che sta contando per tutti noi, anche in periodi di pandemia, è l’immagine e la comunicazione diretta, semplice e che vada dritta al punto.
In quest’ottica molte responsabilità di quello che stiamo vivendo sono legate proprio a questo aspetto; in questi giorni abbiamo imparato i colori a cui apparteniamo.
Giallo, arancio e rosso ad indicare le diverse pericolosità del contagio nel nostro paese. Il verde non esiste, è sparito da questo tipo di comunicazione. Colore spesso associato alla parola SPERANZA, o più semplicemente ad indicare il via libera di un incrocio, i responsabili della comunicazione istituzionale hanno pensato, giustamente, di far sparire questo colore ed usare il giallo per indicare un basso grado di pericolosità e non il prevedibile verde che tutti avremo associato ad un liberi tutti che di certo non ci avrebbe aiutato in un momento del genere.
Ma la vera immagine importante che tutti stiamo vedendo in questi giorni è quella del premier Conte che parla a tutti noi con la mascherina. Nei primi mesi del lockdown raramente lo abbiamo visto col volto coperto, ma in questo frangente la usa sempre anche quando non ne avrebbe motivo. Perché questa immagine è fondamentale? Perché l’errore fondamentale che il nostro governo ha fatto è stato quello di concederci di non usarla verso metà maggio. Tutti contenti di poter finalmente respirare senza l’oppressione di un velo sul viso, ma quella libertà nascondeva il più grave errore che la nostra politica potesse commettere. Dare la possibilità a tutti di poterci muovere senza avere con noi quel tipo di supporto ha sminuito il lavoro dei medici, delle attenzioni avute fino a quel momento, ci ha fatto capire che tutto sommato potevamo stare anche senza, e giù di lì. Cosa sarà mai questo virus se possiamo anche stare senza mascherina?
Per non parlare del fatto che le prime inidicazioni di febbraio ci dicevano che se ci veniva da starnutire potevamo farlo all’interno del gomito, per non far propagare i famigerati Droplet, ma poi potevamo salutarci toccandoci col gomito. Perché?
Purtroppo come stiamo vedendo in questi giorni, tutti abbiamo sbagliato a sottovalutare anche solo per poco la violenza di questa pandemia. La mascherina non andava tolta perché nessuno ha il vaccino e nessuno conosceva quello che ci sarebbe stato dopo la prima ondata. Nessuno.
Eppure siamo ancora qui a parlare di contagio, ospedali, posti letto e tutte le tematiche legate al virus.
Per questo motivo Conte deve presentarsi e parlare sempre con la mascherina: non possiamo più farne a meno e il nostro Primo Ministro è chiamato a dare il buon esempio. Deve farlo per non ripetere l’errore fatto.
E’ tutta una questione di immagine e comunicazione da non sottovalutare. Mai.