Il 1° ottobre tutti al bar per la giornata mondiale del caffè

“L’industria italiana del caffè è uno dei settori industriali più brillanti del food & beverage del nostro Paese. In Italia, nel Settore Caffè, operano oltre 800 torrefazioni con circa 7.000 addetti e un fatturato vendite 2017 di 3,9 miliardi di euro di cui 1,35 derivanti dall’esportazione. L’Italia è il terzo più grande Paese al mondo per l’importazione di caffè verde (dietro a USA e Germania) e rappresenta il terzo Paese al mondo (dopo la Germania e Belgio) per i volumi di esportazione di caffè in tutte le sue forme.”

Questo dice il report 2019 di coffitalia, consorzio che unisce tutte le più importanti torrefazioni italiane allo scopo di divulgare ancor di più l’eccellenza italiana nel settore del caffè.

Il report snocciola numeri su importazione, esportazione e addetti e si intuisce che dietro la magica tazzina che spesso consumiamo di fretta al bancone del bar, c’è uno tra i più importanti settori industriali del nostro paese.

249 milioni di chili esportati mentre 570 sono i milioni di chili importati, solo nel nostro paese (Fonte: report 2019 di ISTITUTO NAZIONALE ESPRESSO ITALIANO)

Di fronte a questi numeri doveva per forza esistere la giornata mondiale del caffè: il 1° ottobre

Bevanda spesso criticata ma da molti amata, caratterizzata da una sua unicità: è tra le bevande più diffuse al mondo.

Non c’è paese del pianeta che non conosca la sua versione: lungo, corto, macchiato, allungato, corretto…e chi più ne ha più ne metta.

Napoli è tradizionalmente legata a questa bevanda celebrata in un noto monologo di Eduardo De Filippo che spiega con dovizia di particolari le modalità in cui realizzare un’ottima bevanda con la “cuccuma” nota a molti come caffettiera napoletana, che è un vero e proprio elogio della lentezza in cui si ritrova tutto lo spirito partenopeo. Aspettare che l’acqua venga ad ebollizione, capovolgere la macchinetta ed attendere con grande calma che l’acqua attraversi la magica polvere per trarne l’essenza.

Mentre con la Moka, la forza dell’ebollizione, facilita la preparazione, con la Napoletana tutto è dilatato e lento, perché l’acqua bollente che deve prendere il meglio dalla miscela, la attraversa con pigrizia partendo dall’alto, senza forza, con calma attraversa tutti i granelli, e ne trae il meglio portandolo verso il basso nella parte vuota della caffettiera che accoglierà il magico caffè.

Anche la fotografia più volte ha celebrato le caratteristiche di una bevanda che più di tante altre unisce tutti i popoli del pianeta: penso ai lavoratori di Salgado e alle loro folli condizioni di lavoro per raccogliere i semi di questa pianta.

Penso agli scatti ironici di Elliot Erwitt, raccolti in un celebre calendario di una nota marca italiana, alle costruzioni oniriche di Annie Leibovitz che attraverso immagini surreali ha voluto descrivere la forza di una bevanda ristoratrice che funziona anche in momenti di particolare difficoltà: chi di noi non ha preso un caffè per ricevere la giusta carica in un momento di torpore?

Il caffè ha quindi molte caratteristiche, perché come il cibo racconta molto di un territorio così anche questa “tazzina” viene declinata nei modi più disparati nei diversi angoli del pianeta ed in alcuni casi ne diventa un elemento caratterizzante: basti pensare ai bicchieroni consumati ne IL DIAVOLO VESTE PRADA che descrivono alla perfezione la frenesia di New York.

La giornata dedicata al caffè doveva esistere per forza ed il 1° ottobre, quando ci fermeremo al bar per gustare la nostra miscela preferita, ricordiamoci che quel rito accomuna tutti e che in qualsiasi posto del pianeta ci dovessimo trovare, sicuramente una tazza accogliente di caffè ci sarà sempre e sarà il modo migliore per farci sentire a casa nostra. Perché il mondo è la casa di tutti.

Umberto Mancini