Storie di campioni: Diego Milito, il principe diventa re nella notte di Madrid

di Emanuele Petrarca-

Ad oggi, l’ultima squadra italiana ad aver vinto la UEFA Champions League è l’incredibile corazzata dell’Inter di Josè Mourinho che il 22 maggio 2010 alzò al cielo la terza Coppa dalle Grandi Orecchie della propria storia che sancì il triplete nerazzurro.

Tra le tante icone di una notte magica, ce n’era una che divenne storia in una stagione irripetibile.

Diego Alberto Milito era un attaccante con il fiuto per il gol, ma arrivato forse troppo tardi sui grandi campi d’Europa per pensare di poter incidere nel calcio che conta.

Già nei suoi primi anni di carriera in Argentina, il soprannome che tutti gli davano era “El Principe” per la sua qualità nell’interpretare il ruolo e per una accennata somiglianza estetica con l’elegante centrocampista dell’Uruguay Enzo Francescoli, anch’egli soprannominato così.

Dopo tanti anni di gavetta fatta a suon di gol e facendo innamorare le tifoserie del Saragoza prima e del Genoa poi, arriva la chiamata che cambia la vita, ovvero quella dell’Inter.

C’è solo un problema, l’Inter ha una caterva di campioni in rosa e il compagno di reparto è niente che meno Samuel Eto’o, riuscirà Milito ad essere decisivo in questa squadra?

La risposta è assolutamente sì. Milito gioca una stagione straordinaria e segna gol pesantissimi. La qualità del “Principe” è che riesce a far gol in qualsiasi modo, sia belli da vedere, che di rapina.

L’Inter vince lo scudetto grazie alle reti di Milito, arriva alla vittoria della Coppa Italia grazie ai colpi di Milito e poi, il 22 maggio 2010, arriva in finale di Champions League contro il Bayern Monaco.

Il sogno di giocare una finale di Champions è stato realizzato ma serve qualcosa in più. La stagione è favorevole, la classe e il talento di questo ragazzo sono alla massima espressione e fisicamente sta benissimo… serve una serata indimenticabile.

E così sarà. Diego Alberto Milito annichilisce il Santiago Bernabeu e il Bayern Monaco con una doppietta da capogiro.

Il primo gol parte da un suo stacco imperioso che si conclude con una breve trama scambiata con Snejder e la freddezza di entrare in area di rigore per mettere il pallone sotto la traversa.

Nel secondo gol c’è un saggio di potenza e qualità: tutto nasce da un contropiede, una palla leggermente troppo a sinistra che Milito addomestica puntando Demichelis e fintando di entrare in area di rigore per poi mandare al bar il difensore cambiando rapidamente passo e continuando a correre nella parte sinistra dell’area piccola per poi freddare il portiere sul suo palo.

Il Principe ce l’ha fatta, è diventato Re nella notte di Madrid, ripagando i suoi sforzi e entrando nella storia del club.

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Emanuale Petrarca

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