Viaggio poetico lungo i Balcani
-di Denata Ndreca-
Hanno qualcosa le donne delle mie montagne. Sanno trattenere le lacrime nel lutto, hanno la forza di cercare e trovare la luce, anche quando il mondo è un cerchio buio. Il loro dolore, diventa fede, come nel caso di Erenestina Gjergji Halili (1971), la quale porta nei suoi versi, il fresco dei pascoli delle montagne albanesi e il pudore delle ragazze.
Il nostro viaggio poetico lungo i Balcani, oggi si ferma a leggere lei.
Giornalista, autrice di quattro libri e fondatrice del “Klubi i Dramës” all’Università di Tirana.
Matta!
Nel rosso rosso,
impazzisco dalla vergogna
quando nella corsa della mente
salto vigorosamente.
In mezzo, attraverso il sole,
nel palmo della mano,
alcuni raggi, li prendo e mi metto una corona.
…
E impazzisco, dalla matta vergogna.
Rido sorpresa!
Uno, due, tre,
ancora un po’ e ce la facciamo,
scontrarsi nell’inutile,
osso tritato fino ai resti del cranio.
Nel mulino della gente accanto
mille diavoli abbiamo svegliato e gonfiato
con la mente stupida.
Gli stracci della pancia, li vedrà il mondo,
nella bottega difronte.
Rido sorpresa, quando la mente,
nei pascoli ritorna, e quando
dietro l’orma tua stanca e inesplorata
nell’arsura indolenzita
rimasta ferma, cerchiata.
Vesto – svesto, nella bottega,
foglie secche, latte non munto.
E rido sorpresa…