“Finchè il caffè è caldo”, il caso editoriale di Kawaguchi, perchè la vita va gustata sorso dopo sorso

Un tavolino, un caffè, una scelta.- di Marianna Giugliano

Il libro che ho deciso di leggere ultimamente è Finchè il caffè è caldo di Toshikazu Kawaguchi, un vero caso editoriale in Giappone dove ha venduto oltre un milione di copie, per conquistare tutto i mondo e le classifiche europee a dopo qualche giorno dalla sua uscita in libreria.

Toshikazu è uno scrittore, sceneggiatore e regista giapponese che grazie a questo romanzo (il primo della sua carriera), ha vinto il Suginami Drama Festival.

Soltanto una volta iniziata la lettura si può capire a pieno di cosa parla: in Giappone c’è una caffetteria molto particolare, aperta da moltissimo tempo, che a primo impatto sembra essere un semplice bar dove trascorrere del tempo. In realtà, ciò che avviene al suo interno è qualcosa di magico, che da l’opportunità ai più coraggiosi di fare i conti con il passato e riviere un momento in cui ci si sarebbe voluti comportare in maniera del tutto diversa.

Una volta entrati nel bar, infatti, si può subito notare una signora intenta a leggere: il segreto è aspettare che vada via per poter prendere il suo posto, bere un caffè è così tornare indietro nel tempo ad un momento ben preciso. Ovviamente ci sono delle regole, ma la più importante è che il caffè deve essere bevuto prima che si raffreddi, altrimenti vi è il rischio di rimanere incastrati in quel loop temporale.

Il libro narra di tre storie: quella di Fumiko, una giovane donna che rimpiange il suo grande amore, Hirai che ha dei conti in sospeso con sua sorella e infine Kei, una madre che cerca di riallacciare i rapporti con sua figlia. Questi tre personaggi hanno un elemento in comune, il rimpianto per qualcosa avvenuta nel loro passato, e proprio questo rimpianto li porterà nella caffetteria e li convincerà a bere quel caffè.

Questo libro offre l’occasione di riflettere sulla propria vita, e ripensare a momenti che sarebbero potuti andare diversamente, dandoci l’opportunità di capire che c’è sempre tempo e modo di cambiare le cose ed evitare così di sprecare occasioni importanti.

Noi, a differenza del libro, purtroppo non abbiamo la possibilità di tornare indietro nel tempo; quindi, l’invito (forse implicito) è quello di affrontare la vita e tutto ciò che ci accade, senza avere mai nessun rimpianto e non pensare “e se avessi agito diversamente ora forse sarei altrove? Cosa sarebbe potuto accadere?”

Un libro sicuramente emozionante che invita i lettori a non pensare che ci sia sempre un secondo momento per poter risolvere le cose, ma riuscire a capire che “il momento” è ora e c’è sempre la possibilità di aggiustare le cose prima che sia troppo tardi, se solo lo si vuole davvero.

Marianna Giugliano

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