Mascherine e guanti: i nuovi rifiuti urbani

-di Maria Gabriella Alfano

Con l’emergenza Covid-19 sono aumentati in modo esponenziale i rifiuti speciali quali camici, calzari, mascherine, guanti mono-uso utilizzati dai medici e dagli infermieri negli ospedali. A questi si sono aggiunte le mascherine e guanti monouso che da qualche mese noi tutti stiamo utilizzando nella vita quotidiana.

Il DPCM 26 aprile 2020, ripreso anche nelle ordinanze regionali, per proteggere le vie respiratorie dal Coronavirus, prevede infatti l’uso di mascherine sui luoghi di lavoro, nelle città e a bordo dei mezzi di trasporto pubblico.

La ripresa graduale delle attività produttive e l’allentamento di alcune restrizioni per la popolazione ha portato all’aumento dei dispositivi di protezione individuale.

Dal tre giugno, poi, è bastato riaprire le attività commerciali e di ristorazione che le città si sono riempite di gente e anche di nuovi rifiuti quali mascherine e guanti monouso che -complice anche il vento di questi giorni- hanno invaso marciapiedi, aree verdi, parcheggi prossimi agli esercizi commerciali ed ogni altro angolo dello spazio urbano.

Guanti e mascherine sono diventati parte della nostra quotidianità, con numeri considerevoli che sono destinati a crescere via via che riprenderanno le attività della sfera lavorativa e sociale.

Secondo uno studio del politecnico di Torino stiamo utilizzando (e quindi smaltendo) un miliardo di mascherine e mezzo miliardo di guanti al mese. Una quantità enorme di rifiuti potenzialmente infetti che -tra l’altro- potrebbe mettere in crisi gli impianti di smaltimento.

Come vanno smaltiti guanti e mascherine?

La Regione Campania, in linea con le direttive dell’’Istituto Superiore di Sanità, raccomanda, per coloro che non sono positivi al tampone e non sono in quarantena obbligatoria, di smaltire i dispositivi di protezione individuale inserendoli nel bidone della raccolta indifferenziata, chiudendoli dentro due o tre sacchetti possibilmente resistenti messi l’uno dentro l’altro all’interno del contenitore che si usa abitualmente.

Nel caso di persone in quarantena o isolamento domiciliare (cioè sottoposte al divieto di uscire di casa perché risultate positive al Sars-Cov-2 o perché venute in contatto con soggetti positivi) la Regione raccomanda, sospendendo la raccolta differenziata, di inserire  i dispositivi di protezione individuale, insieme a tutti gli altri rifiuti domestici, nel bidone della raccolta indifferenziata.

In un mondo che stava tentando di arginare la quantità di rifiuti, con iniziative legislative per ridurre il consumo di prodotti di plastica monouso, l’emergenza Covid-19 ha completamente scombussolato le carte.

Che cosa si può fare per ridurre la quantità di questi nuovi rifiuti?

A livello individuale possiamo usare mascherine lavabili e riutilizzabili e ridurre il consumo dei guanti disinfettando le mani con soluzioni idroalcoliche.

Se poi non possiamo fare a meno dei dispositivi di protezione monouso, evitiamo di abbandonarli nell’ambiente, seguendo le direttive per il loro corretto smaltimento.

Maria Gabriella Alfano Maria Gabriella Alfano

Maria Gabriella Alfano

Architetto con specializzazione in pianificazione urbanistica, giornalista. Ha lavorato per molti anni nel settore pubblico occupandosi di piani, progetti e opere strategiche. E' stata presidente dell' Ordine degli Architetti di Salerno, direttore del trimestrale progetto "Progetto". Commissaria delle Riserve Naturali Foce Sale Tanagro e Monti Eremita Marzano e componente del Consiglio direttivo di Federparchi. E' presidente dell' Associazione Culturale L'IRIDE di Cava de' Tirreni. Viaggia spesso in tutto il mondo. Sposata, due figli, vive con il marito Pietro e due gatti.

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