Inquinamento ed epidemia, una relazione da scoprire

ENEA, ISS e SNPA lanciano il progetto “PULVIRUS”- di Vincenzo Iommazzo-

Il fatto che le aree più colpite dal Coronavirus siano ad alto tasso di inquinamento come Wuhan in Cina, la Pianura Padana in Italia e New York negli Usa, ha destato nell’opinione pubblica il dubbio che possa esserci un nesso tra il diffondersi della pandemia e, appunto, i territori dove l’aria è piena di sostanze nocive come ossidi di azoto, ammoniaca e polveri più o meno sottili.

Già in tempi non sospetti studi scientifici avevano ipotizzato un rapporto tra malattie infettive e ambiente, ma oggi l’indagine può focalizzarsi specificamente sulla relazione tra inquinamento dell’aria e diffusione del Covid-19.

Con questo obiettivo è nata in Italia un’alleanza scientifica fra primarie realtà nazionali quali ENEA, ISS Istituto Superiore di Sanità e  SNPA –Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale composto da ISPRA e dalle 21 Agenzie Regionali- per avviare un progetto di ricerca congiunto denominato “PULVIRUS”.

L’iniziativa è in stretto rapporto con il progetto europeo centrato sul bacino padano Life-Prepair, che si propone di mettere a fattor comune rilevanti insiemi di dati, competenze ed esperienze dei tre enti coinvolti e di verificare gli strumenti che la comunità scientifica si è data per supportare le politiche ambientali e sanitarie.

In particolare Pulvirus vuole approfondire il discusso legame fra inquinamento atmosferico e diffusione della pandemia, le interazioni fisico-chimiche-biologiche fra polveri sottili e virus e gli effetti del “lockdown” sull’inquinamento atmosferico e sui gas serra. Per farlo, saranno utilizzati strumenti di analisi matematica simulata al computer e modelli biologici che abbiano tutte le caratteristiche di Sars-Cov-2.

PULVIRUS si svilupperà sull’arco di un anno, ma già fra pochi mesi, probabilmente prima della prossima stagione autunnale quando aumenta la quantità di polveri sottili e si teme una ricomparsa dell’epidemia, saranno disponibili alcuni risultati significativi su un apposito sito web aperto al pubblico e alla comunità scientifica.

Sulla correlazione fra Covid-19 e smog sono state fatte varie ipotesi, non supportate da evidenze scientifiche. La più accreditata finora attesta che negli ambienti inquinati l’organismo, respirando male, è più vulnerabile agli agenti patogeni. Un’altra vede nel particolato presente nell’aria un possibile vettore delle goccioline infette facilitandone la diffusione.

Pulvirus si propone di fare passi concreti per andare oltre quelle che oggi appaiono solo correlazioni statistiche e che non è opportuno restino tali più a lungo.

Vincenzo Iommazzo

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