“L’Avvoltoio” di Giuseppe Petrarca, profezia di una pandemia
di Claudia Izzo-
La preoccupazione galoppava frenetica, il dramma incombente dell’epidemia schiacciava ogni speranza. La paura di una diffusione incontrollata stava alimentando una tensione sempre più palpabile. Erano ormai tutti in preda al panico. Una semplice stretta di mano, abituale gesto quotidiano, diventava un pericolo e alcuni evitavano perfino di uscire di casa. Nessun contatto, chiunque poteva essere in qualche modo veicolo della malattia. I soli uomini che continuavano a incontrarsi al piccolo bar erano quelli più anziani… avevano già avuto tanto dalla vita… per loro la morte non era un male da evitare a tutti i costi.
E pensare che è stato scritto nel 2017, pubblicato l’anno successivo dalla casa editrice Homo Scrivens, ben lontani dalla pandemia Covid-19 che ha pervaso il mondo intero in questa primavera 2020, eppure l’ultima pubblicazione dello scrittore napoletano Giuseppe Petrarca dal titolo “L’avvoltoio” sembra una vera profezia. Questa la grandiosità dell’autore, indagare nell’animo umano, capire il mondo circostante sapendone coglierne le sfumature, le combinazioni, le possibilità, anche se grottesche e paradossali. Egli analizza il mondo spesso torbido della società contemporanea colmo di azioni negative e deplorevoli che trovano l’unica finalità nel vile guadagno, calpestando ed annientando valori e vite umane.
Per focalizzare l’attenzione sull’epidemia – proseguì l’altro virologo – è utile ribadire che l’infezione si trasmette per via aerea: di solito invade la parte superiore dell’apparato respiratorio, per proseguire attraverso il sangue – Petrarca fa dire ai suoi personaggi, muovendosi con maestria nel genere medical thriller.
Nei meandri della pandemia che deflagra in un centro di accoglienza, Petrarca ci conduce tra medici criminali e paziente zero, virus geneticamente modificati, “decessi avvenuti a causa di un batterio fuori controllo ” con una sala di terapia intensiva in cui “il silenzio di quella stanza asettica era spezzato solo dal suono intermittente delle macchine. Suono freddo in una quiete apparente, in una luce colorata dai led della strumentazione di monitoraggio del paziente in prognosi riservata”.
Con pennellate nette Petrarca ci fa rivivere tra le pagine del suo medical thriller tematiche scottanti quali sanità e corruzione, pandemie e speculazioni portandoci su un terreno dove realtà ed immaginazione ci inghiottono.
Vincitore del Premio Spoleto Art Festival (2018), L’avvoltoio di Petrarca ha ottenuto il Primo Premio Sezione Classici al Premio Garfagnana in Giallo (Barga 2018); Premio di merito al concorso Letterario Milano International (2018); Premio “Campania Felix” dall’associazione giornalisti Flegrei (2018); alto riconoscimento alla Camera dei deputati di Roma con il Premio Comunicare L’Europa (2019); Premio Speciale Internazionale fuori concorso Città di Cattolica (2019).
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