Il Brasile ai tempi del COVID-19
di Daniele Magliano-
Leandro P., studente di Filosofia e assistente sociale per adolescenti socialmente vulnerabili, mi ha esposto le problematiche che sta vivendo il suo Stato, il Brasile, ai tempi del Covid-19.
-Ciao Leandro, prima di tutto come stai? Puoi presentarti brevemente e descrivere la situazione del coronavirus nella tua città.
Ciao Daniele sto bene. Vivo a Uberaba, una città nella regione detta “Triangulo Mineiro”, nello stato del Minas Gerais, nel sud-est del Brasile. Ad oggi la mia città, dove vivono poco più di trecentomila abitanti, abbiamo 99 casi sospetti di Covid-19, 10 casi in attesa di risultati, 74 negativi, 23 casi confermati; ci sono anche 2 morti e una persona ricoverata con la malattia accertata e 7 persone con sospetta infezione.
-E’ vero che il Presidente della Repubblica Jair Bolsonaro (appartenente al partito Social-liberale) ha da sempre minimizzato sulla questione Covid-19? Ci puoi spiegare meglio tale atteggiamento?
Il Presidente del Brasile, a mio avviso, ha adattato il discorso in base al peggioramento della crisi. Inizialmente non ha affrontato il problema, ha anche sottovalutato gli effetti della malattia trattandola come una semplice influenza. Quindi il virus è arrivato in Brasile e il discorso del Presidente si è man mano modificato nel tempo, prendendo comunque posizione contro l’isolamento sanitario, mentre altri paesi stavano già adottando misure restrittive per il movimento e l’ingresso delle persone. Al giorno d’oggi, poiché non è possibile contenere il virus, dal momento che il Brasile ha più di trentamila casi di malattia (circa quindicimila attivi e quindicimila guariti) e quasi duemila morti, dice di essere preoccupato per le conseguenze economiche e la disoccupazione che questa crisi può portare. Tuttavia, sembra che ci sia una disputa tra l’agenda economica e la salute, come se si ponessero l’uno contro l’altro. Sottolinea che gli effetti economici della crisi saranno maggiori degli effetti della stessa malattia. In tal senso, non concorda sul fatto che le severe misure di isolamento siano un modo ideale per operare attivamente durante la crisi e questa è una visione in contrasto con quella degli scienziati e dell’intera comunità medica mondiale.
-Il Ministro della Sanità brasiliana Luiz Henrique Mandetta, ha annunciato giovedì 16 Aprile le dimissioni. E’ colui il quale ha sempre consigliato, come prima cosa, la cosiddetta “distanza di sicurezza” per combattere il virus. Sembra che Bolsonaro risulti essere in completa antitesi con le direttive di Mandetta, qual è il vero motivo di questa forte divergenza?
Il Ministro Mandetta, il Presidente Bolsonaro lo ha licenziato. Il motivo centrale è la mancanza di allineamento del pensiero del Ministro Mandetta, fondata su una base scientifica e, quindi, favorevole all’isolamento sociale come misura per contenere il virus in assenza di vaccino o medicine efficaci, rispetto a quella del presidente. La posizione del Ministro ha generato una tensione tra il Ministro della Salute e il Presidente, culminata nel licenziamento dello stesso Luiz Henrique Mandetta.
-Altro punto molto delicato: il Presidente della Repubblica brasiliana ha presentato un ricorso contro la decisione della Corte Suprema, nella persona di Alexandre de Moraes, di riconoscere l’autonomia dei 26 stati brasiliani sull’isolamento sociale e sulle momentanee restrizioni commerciali in generale. Nel tuo Stato come vi state comportando? Le direttive di Moraes sono rispettate?
Il Governatore del mio Stato, Romeu Zema, appartiene al partito detto “Novo” che focalizza i suoi ideali sull’economia. Il Governatore ha idee diverse da quelle del Presidente e ha agito molto rapidamente adottando subito, attraverso dei Decreti, le misure di isolamento, la chiusura delle scuole e di tutte le attività non essenziali. Assistendo tuttavia ad un inasprimento dei problemi economici legati alla quarantena, il Ministro Zema è stato sul punto di invertire alcune sue misure iniziali ma, dopo ripetute pressioni da parte di alcuni sindaci dello Stato, ha dato maggiore autonomia alle singole città sulle misure d’isolamento non revocando alcun Decreto adottato dall’inizio della crisi.
-In conclusione, come vedi la situazione italiana, tu che abiti a migliaia di chilometri? Poi darci una breve riflessione?
L’Italia mi incanta molto! Un Paese in cui è possibile vedere, nella sua storia, un popolo che non è mai stato soggiogato dalle difficoltà. La storia dell’Italia ha avuto periodi terribili, ma le vittorie sono sempre state maggiori. Credo che l’Italia, così come il mondo intero, sarà vittoriosa di fronte a questo triste momento. Sono stato in questo incredibile Paese diverse volte e, quando tutto sarà finito, voglio poterci ritornare, camminare liberamente per le strade italiane e abbracciare i miei amici!
