Covid-19: intervista al dr Mario Polichetti, ginecologo al Ruggi di Salerno
Covid- 19: una triste pagina della Sanità e della Politica italiana in toto, fatta di ritardi e di morti evitabili, di mancanza di attrezzature adeguate per la gestione della pandemia, buttando medici e personale paramedico in trincea senza armi contro un nemico tanto invisibile quanto insidioso. Ne parliamo col dr Mario Polichetti, Responsabile del Reparto di Gravidanza a rischio del San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno.
-Ricapitoliamo un pò. Da una ricostruzione confermata in Lombardia il primo caso Covid-19 si sarebbe verificato il 1 Gennaio. Il 5 dello stesso mese dal Ministero della Salute sarebbe stato inviato un documento all’Istituto Superiore di Sanità, all’Ospedale Sacco di Milano, allo Spallanzani di Roma, a dicasteri ed enti vari, lanciando l’allarme “Polmonite da eziologia sconosciuta”. Quarantasette giorni prima dell’ufficializzazione del caso n. 1 di Covid 19, Palazzo Chigi era informato di questo maledetto virus. Cosa ne pensa?
C’è stata lentezza e sottostima della portata del problema. Il tempo trascorso tra l’allarme e l’effettiva reazione da parte del Governo è stato sprecato perché si potevano reperire in tempo utile i presidi sanitari che ancora oggi rappresentano un problema. Da epidemia a pandemia, anche noi in ospedale abbiamo difficoltà a distanza di mesi. Il Governo si è mosso nella persona del Presidente del Consiglio dei Ministri, ma è il Ministro della Sanità che deve effettuare un monitoraggio nazionale e deve dare le linee guida da seguire. Invece di beccarsi tra di loro avrebbero dovuto pensare al tentativo di trovare una soluzione riducendo i morti in Lombardia ed il contagio.
-Com’è oggi la situazione al Ruggi di Salerno in termini di malati Covid -19 e di presidi di sicurezza?
Per adesso al Ruggi tutto bene, grazie a Dio, le misura di distanziamento sociale in Campania, sta funzionando. La situazione riguardo al numero di pazienti critici è ancora gestibile. Sette sono le persone ricoverate in rianimazione con un decesso, numero che il nostro ospedale riesce a gestire. Sono in arrivo i moduli per estendere il numero di posti in terapia intensiva. La nostra Regione ha lavorato bene, se il Governo centrale avesse lavorato così non ci saremmo trovati in questa situazione. Il Sud poteva essere di appoggio al Nord se non ci fosse stata questa inopportuna fuga indiscriminata ed irresponsabile da Nord a Sud. A mio avviso non si è attivata subito una strategia che ha poi determinato la fuga dalla Zona Rossa causando il contagio a catena. Il Ruggi di Salerno riesce a gestire non perché siamo più bravi ma perché le misure di contenimento sono state più efficaci. Il commissario D’Amato pur nei limiti della struttura per tempo aveva organizzato i percorsi.
-Il Reparto di Gravidanza a rischio, di cui lei è responsabile, invece quali criticità registra?
In reparto non abbiamo avuto nessun caso positivo. I dispositivi che abbiamo appartengono alla vecchia fornitura, sono razionati al massimo.
-Per quanto riguarda i medici contagiati, il suo collega De Rosa è risultato positivo.
Questa epidemia ha talmente traumatizzato la società che bisogna rivedere le strategie comunicative rendendole più semplici. Il dr Carlo De Rosa è mio collega del Reparto di Gravidanza a rischio ed io gli esprimo la mia piena solidarietà per il linciaggio mediatico di cui è stato oggetto. Il dr De Rosa da un mese si era responsabilmente ritirato in quarantena mostrando i sintomi da Covid-19 in attesa di poter fare un tampone. Io stesso mi sono recato presso l’ASl affinché questo accadesse, sollecitando l’urgenza del caso. Il dr De Rosa, non può pagare per l’inefficienza generale. Se la magistratura dovesse aprire un fascicolo per dolosità da Covid-19, sarebbe opportuno che le indagini venissero estese a 365 gradi per la verifica delle eventuali responsabilità.
