Addio a Lucia Bosè, indimenticata ragazza di piazza di Spagna

E’ scomparsa a Segovia per una polmonite la musa di Visconti e Antonioni: aveva compiuto 89 anni lo scorso gennaio.- di Francesco Fiorillo-

Il nemico invisibile che ci tiene prigionieri nelle nostre stesse case non attenta solo alla nostra salute. Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, il virus che osserviamo dalle finestre appare non tanto fisico, quanto spirituale. Ad essere in pericolo è il nostro mondo condiviso: la gioia di passeggiare, correre, incontrare i propri amici; ma soprattutto di sognare, e far volare la fantasia oltre le mura che ci circondano.

Ora più che mai abbiamo bisogno del Cinema. Eppure, anche la Settima Arte è a rischio: le sale sono chiuse, l’uscita dei nuovi film è rimandata e l’odiosa epidemia infetta anche le nostre amate star; come a cercare di spegnere le luci di un prezioso firmamento che ci dà speranza.

Ecco perché la morte di Lucia Bosé ci ferisce così tanto: anche se non vi è conferma ufficiale che fosse positiva al Coronavirus (come invece affermato da El Mundo), la polmonite che l’ha portata via non può che ravvivare in noi la paura che questo male possa ferire anche la nostra anima, il nostro amore per l’arte e la bellezza.

E Lucia Bosè è stata un’icona di fascino ed eleganza: scoperta a soli 16 anni dietro il bancone di una pasticceria milanese dal maestro Luchino Visconti, la carriera di Lucia Borloni (questo il suo vero nome) iniziò con la vittoria a Miss Italia nel 1947, dove ebbe la meglio su concorrenti eccellenti come Gina Lollobrigida e Silvana Mangano.

Da lì il passo al mondo del cinema fu breve: il suo esordio avvenne nel 1950 con Non c’è pace fra gli ulivi di Giuseppe De Santis; nello stesso anno, Michelangelo Antonioni la volle nel suo Cronaca di un amore, e successivamente, nel 1953, anche per La signora senza camelie. Divenne presto un sex symbol, una delle prime “maggiorate” del cinema italiano, alla pari di icone come Sophia Loren e Silvana Pampanini. Il successo della giovane Lucia si legava al duplice modello femminile che incarnava: da una parte, la donna semplice, di estrazione piccolo-borghese; dall’altra, la diva, la stella del cinema celebrata nei rotocalchi.

Seguirono poi una serie di commedie rosa (come Le ragazze di piazza di Spagna di Luciano Emmer, oggetto di un remake RAI nel 1998) e film comici al fianco di Walter Chiari, il suo primo grande amore. Dopo un lungo fidanzamento con l’attore italiano, Lucia conobbe in Spagna il torero Luis Miguel Dominguín, e lo sposò nel 1955. Una figura affascinante, quella di Dominguín: figlio di un leggendario toreador, era un uomo imponente, carismatico, a sua volta vera e propria star nella sua patria; ma anche infedele, e con un forte ascendente sulla moglie, dalla quale pretese la rinuncia alla carriera cinematografica.

Lucia prese parte a Gli sbandati di Francesco Maselli (menzione speciale alla Mostra del Cinema di Venezia), e poi abbandonò le scene per un lungo periodo, dando alla luce tre figli (oltre al più famoso Miguel, Lucia e Paola). Anche se lontana dal cinema che le aveva dato il successo, rimase una diva: continuò ad essere inseguita e corteggiata dai giornalisti, mentre la villa principesca nella quale abitava veniva frequentata da artisti, registi e scrittori del calibro di Salvador Dalì, Ernest Hemingway, Jean Cocteau, Luis Buñuel e Orson Welles.

Il ritorno al cinema avvenne solo negli anni ’60, in seguito al divorzio con il marito; da quel momento in poi, recitò solo in ruoli secondari: diretta da Fellini in Satyricon, dai fratelli Taviani in Sotto il segno dello scorpione, e più recentemente da Francesco Rosi in Cronaca di una morte annunciata e da Ferzan Özpetek in Harem Suare.

Una donna originale (nel 2000 aprì un museo vicino Segovia dedicato agli angeli), ma anche semplice, come dichiarò qualche anno fa in un’intervista: «Non mi sono mai ritoccata. Ho ancora la mia faccia, mentre ci sono ventenni che si rifanno stoltamente seno e labbra. E sono rimasta giovane dentro perché vivo nel presente». E infine: «Mi dicono: hai lasciato il cinema. Ma un’attrice non lo lascia mai».

«Ya està en el mejor de los sitios», ha scritto il figlio Miguel sui social, dando l’annuncio della morte della madre. Vogliamo pensare che sia così, che Lucia sia davvero in un posto migliore. Perché questa perdita non sia fonte di tristezza, ma di gratitudine per la bellezza che ci ha regalato.

Per guardare avanti, e continuare a sognare.

Francesco Fiorillo

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