Il riciclo della plastica si fa strada

Esperimenti ecosostenibili in Olanda- di Vincenzo Iommazzo-

La città di Rotterdam nei Paesi Bassi, già famosa per la prestigiosa Università Erasmus, per l’architettura audace delle “Case cubiche” e per vantare il più grande porto d’Europa, potrebbe fregiarsi in futuro anche del primato delle strade di plastica, sostenibili e dalle caratteristiche migliorative rispetto alle attuali.

L’esperimento, partito appunto nella città situata in corrispondenza dell’estuario del Reno nel mare del Nord, è stato progettato e applicato da una società olandese di costruzioni che ha proposto una innovativa forma di rivestimento stradale realizzato con plastica riciclata. La società Volker Wessels con sede in Amersfoort nella provincia di Utrecht, non è nuova nella ricerca per il riciclo della plastica.  Già nel 2013 è entrata a far parte della fondazione “The Ocean Cleanup” il cui scopo è sviluppare tecnologie per l’estrazione della plastica dagli oceani e prevenirne l’ulteriore immissione.

Da poco ha sviluppato l’innovativo rivestimento stradale sperimentale “Plastic Road” costruito interamente con rifiuti a base di vari tipi di polietilene, plastica e tappi di bottiglie. Un modello per ora di lunghezza ed impiego limitati, ma che potrebbe aprire, qualora funzionasse, nuove prospettive dal punto di vista tecnologico e ambientale. 

Se si pensa, come calcola il Wwf,  che ogni anno viene disperso in natura, segnatamente nei mari,  circa un terzo delle 310 milioni di tonnellate di plastica prodotte nel mondo, si capisce l’urgenza di trovare nuove forme di riciclo che possano contribuire ad attenuare il drammatico problema. La sostituzione dell’asfalto tradizionale permette, poi, di evitare il dannoso contributo che tale materiale offre al riscaldamento globale e all’aumento delle temperature, facendo sparire ben 27 kg. di CO2 che l’asfalto emette per ogni tonnellata presente.

Riciclo della plastica e minor impatto sul riscaldamento globale: i classici due piccioni con una sola fava.

Ma quali sono i vantaggi del nuovo materiale? Esso, come si è detto, è ad emissioni zero,  regge molto meglio alle temperature estreme estive e invernali, è più leggero e quindi riduce il carico sul terreno rendendo anche più facile l’installazione di cavi o di altri sottoservizi sotto la superficie; tutte le parti possono essere prefabbricate con notevole risparmio di costi e tempi nell’installazione con conseguente riduzione dei periodi di blocco del traffico quando “stiamo lavorando per voi”.

 Altri  vantaggi di questo tipo di materiale è che pare abbia durata anche tre volte più lunga del tradizionale tappetino, si presta meglio a rendere visibile e mantenere la segnaletica orizzontale e le strisce pedonali, con garanzia di maggiore sicurezza per automobilisti e pedoni. L’intercapedine tra i due strati superficiali può essere utilizzata per conservare temporaneamente l’acqua di forti precipitazioni evitando possibilità di inondazioni o attenuandone l’impatto.

Chi, nelle nostre città, è quotidianamente alle prese con strade piene di buche, sempre tamponate con manutenzioni spesso approssimate e poco risolutive, non può non auspicare la riuscita dell’esperimento e l’incremento della ricerca di soluzioni simili anche nel nostro Paese.

 

Vincenzo Iommazzo

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